Ritorna Jack Frost con i suoi Seven Witches e come al solito ci troviamo davanti ad una manciata di canzoni sorrette dai granitici e pesanti riff di Jack e dalla rocciosa voce di Alan Tecchio.

La peculiarità del gruppo è quella di scrivere e suonare musica senza badare molto al mercato e alle vendite, peculiarità questa che se da un lato è lodevole dall’altro li sta rinchiudendo in una gabbia dalla quale difficilmente riusciranno ad uscire.
Purtroppo infatti la musica è piuttosto statica, molto poco incisiva e in svariati frangenti anche noiosa: non è la eccessiva pochezza di originalità a frenare la decina di pezzi di Deadly Sins a decollare, ma proprio la scarsa voglia di stupire l’ascoltatore. Partendo dalla “title track” e arrivando a The Answer non ci si accorge quasi del cambio di canzone, tutto scorre, tutto scorre, tutto scorre, ma non lascia niente. Non un ritornello che si stampi nella mente, non un riff che valga la pena di ricordare; siamo ben lontani da canzoni come (ad esempi) Mental Messiah per intenderci, che seppur scontata almeno aveva il pregio di lasciarsi canticchiare a squarciagola, e lasciando qualcosa di sè.

I Seven Witches di Jack Frost se continuano a pubblicare album come questo rimarranno un gruppo per pochi fedelissimi sostenitori, con canzoni giusto sufficienti.
Per carità tecnicamente i musicisti sono validissimi ma nell’insieme la musica è giusto carina, ma che ascolti una volta, forse due, e poi butti via.

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