Ai Secret Sphere, si sa, non sono mai piaciute le cose facili. Sin dall’album d’esordio, “Mistress of the shadowlight”, la band alessandrina ha sempre cercato di elevarsi sopra la media cercando di migliorarsi ad ogni nuovo album e non rimanendo mai legata ad un certo genere o stile. Ora dopo diversi anni d’attività live e tre dischi in studio i Secret ritornano con il nuovo “Heart and anger” che segna sicuramente un nuovo passo in avanti per il combo piemontese.
Le canzoni presenti su questa nuova release, riportano gli ascoltatori indietro nel tempo: sono abbandonati quegli schemi tipicamente hard rock che facevano capolino in “Scent of human desire, mentre ritornano le sonorità che fecero la fortuna della band nel lontano 1997 ovvero un power metal veloce e melodico, ricco d’orchestrazioni e passaggi sinfonici, con soli e riffs efficaci e d’impatto uniti ad una sezione ritmica che dire devastante è poco. A rendere ancora più interessanti i brani di “Heart and anger” è la presenza di un’intera orchestra e di un coro operistico (per un totale di cinquanta elementi, ribattezzati per l’occasione “Secret Symphony Orchestra”) che riescono ad aggiungere un’incredibile carica emotiva a tutti i pezzi, accentuando di molto lo stesso lato melodico della band. Nascono così episodi davvero splendidi come la sinfonica “Leonardo Da Vinci”, che dopo un malinconico intro di chitarra acustica, accompagnata da un gruppo d’archi, esplode in una veloce e dirompente power metal song; si continua con “Set me free” che vede unirsi come un’unica voce riff di chitarra assolutamente devastanti e compatti con cori operistici e orchestrazioni da brivido. Ad ogni modo la band non trascura le proprie origini e già dall’opener “Where the sea ends” i nostri sfornano riffs taglienti ed aggressivi, la coppia Paco/Aldo alle chitarre macina accordi l’uno dietro l’altro con assoli al fulmicotone, mentre Ramon, alla voce, crea su tutte le canzoni linee vocali che si dimostrano più interessanti che mai, di facile presa nei ritornelli, più ricercate e complesse durante le strofe. Ma le sorprese sono appena iniziate ed ecco spuntare nella successiva “First snake” il grande Roberto Tiranti (Labyrinth) che si ritrova a duettare assieme a Ramon; si continua ancora con grandi brani e giunge la splendida “Loud & raw” che, come annuncia il titolo stesso, lascia leggermente indietro le contaminazioni sinfoniche per dare maggiore spazio all’heavy metal duro e inossidabile; splendida ancora è la ballad “I won’t say a word” che vede Antonio al piano protagonista continuo di un malinconico arpeggio, mentre Ramon si dimostra più che mai ispirato dietro al microfono; dura come l’acciaio è “Lights on” dove il coro operistico fa nuovamente la sua comparsa con un’interpretazione assolutamente drammatica. I Secret Sphere continuano ancora a stupire con la thrashy “Bad Blood” che sin da subito scatena un pesante headbanging per poi farci rilassare nello splendido intermezzo acustico/melodico che caratterizza la parte centrale del brano chiudendo l’album con “Faster then the storm” brano che vede ancora una volta l’utilizzo di massicce parti d’orchestra che ben si sposano con il power metal veloce e trascinante tipico della band alessandrina.
Insomma, in “Heart and anger” non esiste un solo lato negativo, questo disco è sicuramente il migliore mai suonato finora dal gruppo in oggetto. I Secret Spere dimostrano di essere riusciti a creare un album vario e carico di melodie mai scontate, con brani incisivi e ricchi d’inventiva che tengono viva l’attenzione dell’ascoltatore anche dopo numerosi ascolti. Complimenti!