Puntuali come un orologio che scantisce lento i suoi battiti (annuali), arriva il nuovo lavoro degli svedesi Runemagick. Per chi li conosce, beh, sono sempre loro. Per gli altri continuate pure. Stabilitisi tra le coordinate stilistiche della corrente funeral doom (lentezza disarmante coadiuvata da distorsione e\o synth), i Runemagick sono sicuramente tra i gruppi più produttivi e, ahimè, ripetitivi del genere. Intendiamoci: non troverete un pezzo inascoltabile, o particolarmente bello. Sono come dei marinai esperti in mare. Fanno le solite cose, ma fatte bene. I 5 pezzi che compongono l’album suonano groovy e trascinanti al punto giusto (si parla sempre di funeral), strizzando decisamente l’occhio verso Black Sabbath, riproponendone a volte una versione estremizzata poi rallentata (un esempio su tutti la quarta traccia, “Omnivore (Sin Eater)”). I pezzi putroppo suonano abbastanza simili, discostandosi solamente su “Nebulos” in cui appare un pizzico di sperimentazione, tra effetti strani di sottofondo, a distorsioni particolarmente “space oriented”. La voce di Nicklas si sposta sempre sui toni growl\scream, negli stilemi del genere. I riff di ogni pezzo sono carini, ma ripetitivi, senza magari qualche passaggio per variare il brano.

Nient’altro? No. Nulla di nuovo sotto il sole, niente di più. A volte anche musicalmente si timbra solo un cartellino, ma se in un genere così underground non è certo per la divina pecunia, l’ eccessiva produttività può essere una pecca. Magari rallentare le uscite per materiale migliore potrebbe giovare. Se cercate un gruppo per iniziarvi al genere, cercate altrove.

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