Eccomi qui pronto, nonostante l’influenza mi stia falcidiando, a scambiare quattro chiacchiere con Peter “Peavy” Wagner, bassista/cantante dei Rage, uno dei migliori gruppi della scena metal europea, in Italia per promuovere il nuovo album “Speak Of The Dead”.

Ciao Peavy. Oltre a portarti il saluto di tutti gli amici del portale Heavy-Metal.it devo farti I complimenti per il nuovo album che, a mio modesto parere, è un piccolo capolavoro, dato che è un concetrato di melodia, energia, tecnica allo stato puro. A cominciare dalla suite “Lingua Mortis”, che è la logica prosecuzione del Vostro album del 1996 “Lingua Mortis” in cui, oltre alle sfuriate di batteria di Mike Terrana, è possibile ritrovare degli spunti che riconducono quasi al genere Epic. Sei d’accordo con questa mia piccola analisi?
Prima di tutto grazie di tutti questi complimenti. Sono contento che la gente stia apprezzando l’album, dato che questo è da tutti noi considerato, se non il migliore, uno dei migliori album che abbiamo mai realizzato. Abbiamo curato la produzione nei minimi dettagli per far sì che il prodotto fosse praticamente perfetto. Da quello che dici penso che ci siamo riusciti.

Ho potuto assistere al Vostro concerto dell’anno scorso a Tradate e devo ammettere che la Vostra performance è stata a dir poco eccezionale. Posso senza dubbio affermare che sia stata migliore di quella del Gods Of Metal del 2004. Avete intenzione di venire in Italia per promuovere l’album quest’anno?
Sì. Torneremo in Italia per due show nella metà di Aprile. Proporremo sia dei pezzi del nuovo album sia i nostri cavalli di battaglia, cercando anche di pescare qualcosa dalle nostre produzioni passate. Chi verrà al concerto non rimarrà certamente deluso.

Ho cominciato ad ascoltarVi da quando Vi chiamavate ancora Avenger, esattamente 22 anni fa. Quindi mi sorge spontanea una domanda: dovendo fare un bilancio della tua carriera musicale con Avenger e Rage, quali sono i momenti che ricordi meglio e quelli che hai cercato di dimenticare?
C’è solo un episodio che ho cercato di dimenticare, anche se mi ha segnato in una tale maniera che è praticamente impossibile farlo: quando i vecchi membri della formazione, che consideravo amici, mi hanno piantato in asso e mi hanno lasciato “Solo come un cane”. Fortunatamente ho trovato un appoggio morale ed artistico nei due nuovi membri Mike Terrana e Victor Smolski che mi hanno aiutato a rialzarmi e ad andare avanti. I momenti migliori sono stati il primo concerto che abbiamo fatto con l’aiuto dell’orchestra durante il tour di “Lingua Mortis”, oltre ai primi show in Giappone. Ma il vero apice della nostra carriera è stato il nostro primo show in Italia, dove abbiamo avuto un’accoglienza a dir poco strabiliante.

Per la realizzazione dell’ultimo album vi siete nuovamente avvalsi dell’aiuto di un’orchestra sinfonica russa, la nazione di provenienza di Smolski.
Esattamente. Abbiamo deciso di usufruire dell’ausilio dell’orchestra sinfonica “White Russia”. Per me è stato un modo di ringraziare Victor Smolski, che è nato in un’ambiente musicale fortemente influenzato dalla musica classica, dato che suo padre suona musica classica. Victor ha studiato per molti anni sia il violoncello che il pianoforte, quindi il suo contributo per la riuscita dell’album è stato fondamentale. In fase di composizione è stata una fonte inesauribile d’ispirazione.

State preparando un video per il singolo “No Fear”. È stata una Vostra idea o Vi è stata proposta dal Vostro produttore?
Dato che ci produciamo da soli i nostri album, questa è stata una nostra scelta. Comunque tutto è avvenuto in maniera molto casuale: un mio amico è un direttore di film e mi ha chiesto se potevo comporre un pezzo per il suo film “Ludgers Fall”. Ho colto l’occasione per inserire delle scene del film per poter realizzare un videoclip del brano.

Potresti dirmi da dove diavolo è uscito il titolo dell’album “Speak Of The Dead”? A cosa Vi siete ispirati nella scelta di un tale titolo?
Quando abbiamo scelto il titolo dell’album abbiamo cercato di esprimere un nostro particolare concetto: quando si parla della guerra tutti i sopravvissuti hanno diritto di parlare. Ma nessuno parla mai di coloro che sono morti a causa della guerra. Quindi noi abbiamo deciso, intitolando l’album in questa maniera, di dare la parola ai morti, cioè a coloro che non hanno diritto di parola.

So che questa è una domanda che Vi avranno fatto tantissime persone: com’è nato il nome della band “Rage”?
Francamente il nome della band rispecchia una parte della mia personalità, dato che mi reputo una persona perennemente arrabbiata, in continua ribellione, che non accetta alcun tipo di condizionamento.

Dato che avete deciso di registrare il brano “Full Moon” in differenti lingue per inserirle nelle edizioni speciali dell’album, avete intenzione di regalare ai Vostri fans anche delle bonus track?
L’idea di registrare “Full moon” in diverse lingue è nata come un gioco. Poi l’idea si è sviluppata ed abbiamo deciso di registrare il pezzo per inserirlo come bonus track nelle edizioni speciali.

Quando componete i Vostri pezzi usate il metodo della jam session oppure ognuno sviluppa le sue parti ed in sala di registrazione unite il tutto?
Ognuno di noi compone i suoi riff. Poi ci chiudiamo in sala di registrazione e cerchiamo di unire le varie idee per ottenere un prodotto omogeneo, sempre nuovo ma che rientri sempre nei canoni del “Rage” style.

Quale album, secondo il tuo punto di vista, esprime al meglio la natura dei Rage?
Se devo essere sincero, dipende da cosa s’intende per la natura dei Rage. Per me l’ultimo album esprime ciò che realmente sono i Rage, un concentrato di melodia, energia, tecnica e cattiveria.

Qual è, a tuo parere, la migliore line-up con cui hai suonato?
Senza ombra di dubbio quella attuale, dato che il feeling che c’è tra noi è veramente strabiliante.

Cosa ne pensi della diffusione dei file Mp3 come metodo promozionale?
I file Mp3 sono il miglior metodo per far conoscere al pubblico il sound di un gruppo. Il problema sono coloro che lo usano per scaricare illegalmente la musica. Il “File Sharing” è un cancro che lentamente ma inesorabilmente uccide chi s’impegna a produrre musica.

Siamo arrivati alla conclusione di questa splendida chiacchierata. Ti va di fare un saluto per gli amici di Heavy-Metal.it?
Posso solamente dire “Mille Grazie a coloro che ci seguono e ci supportano da così tanto tempo”. Ci vediamo ad Aprile.

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