Quando un artista mostra un nuovo lato della propria personalità, molti non comprendono la sua scelta di uscire al di fuori di determinati schemi. Mettersi in gioco, evolversi e trovare nuovi stimoli sono discriminanti che hanno fatto dell’arte (non solo della musica) quello che è oggi. Piaccia o no, quindi, l’artista in questione riesce nel suo intento quando infligge alla sua nuova opera tutta la sua personalità ed inserisce elementi inediti a quanto dimostrato sinora dal suo percorso musicale. Il caso in questione è quello dei DyNAbyte, band che vede tra le proprie fila la storica singer Cadaveria, portavoce di un modo d’intendere l’estremismo sonoro che nel caso della sua nuova band si fonde con elettronica e loop mantenendo comunque un approccio decisamente metal. Interrogata su quanto realizzato, la cantante ha risposto con onestà e schiettezza alle nostre questioni.

Ciao Cadaveria, inizierei l’intervista chiedendoti se il nome dei DyNAbyte ha qualcosa a che fare con l’omonima software house genovese ormai chiusa da quasi un lustro.

Ciao. Assolutamente no! Però sai che c’è anche una catena di negozi olandesi che si chiama così? Vendono computer ed elettronica. L’abbiamo scoperto quando abbiamo fatto un mini-tour in Olanda qualche anno fa… e ci siamo trovati davanti un negozio con la mega scritta Dynabyte. Pare proprio un nome gettonatissimo.

Sempre a proposito del nome della band, DyNAbyte, scritto con le lettere DNA maiuscole, ha qualche relazione con l’acido desossiribonucleico? A giudicare dalla copertina di Extreme Mental Piercing e di 2KX sembra siate piuttosto affascinati dalla medicina e dalla chimica…

Si, il nome della band simboleggia la potenza e l’unione dell’uomo con la macchina, quindi il nome sintetizza la dinamite, il byte, ovvero l’unità di misura informatica (componente meccanico/elettronica), e il DNA, componente umano-genetica. Anche la nostra musica è l’espressione di queste tre entità.

2KX è il titolo del vostro nuovo album, il secondo della carriera. Che cosa ci puoi dire riguardo al titolo? Com’è stato scelto e cosa rappresenta?

Comunemente 2KX sta per 2010 come Y2K era stato coniato per significare l’anno 2000 alla vigilia del nuovo millennio. Il 2010 è l’anno di uscita del disco, il secondo, partorito a sei anni di distanza da Extreme Mental Piercing. L’album è stato pubblicato su chiavetta USB il 10/10/2010 e solo a febbraio 2011 è uscito su CD per WormHoleDeath/Dreamcell11. Ci abbiamo dedicato molto tempo, curando personalmente le registrazioni, il mixaggio il mastering e la grafica, oltre che i contenuti multimediali aggiuntivi della chiavetta, così quando a metà 2010 finalmente era pronto, abbiamo deciso di celebrare “il grande evento del’anno” con questo titolo.

Per quanto riguarda i testi? C’è per caso un filo conduttore che li lega in una sorta di concept oppure sono del tutto slegati tra loro?

No non si tratta di un concept album. I brani sono stati concepiti individualmente e i testi sono indipendenti l’uno dall’altro.

Ho trovato il vostro mix di gothic, industrial ed elettronica (ma anche thrash e death metal) molto all’avanguardia e anche decisamente originale. La direzione che avete intrapreso è stata una scelta consapevole o i brani sono nati e cresciuti in maniera spontanea?

Tutte e due le cose. I riff di chitarra e le melodie di tastiera nascono spontaneamente nella testa del nostro chitarrista. I pattern di batteria così come la struttura dei pezzi sono decisi a tavolino e rimaneggiati diverse volte prima di confezionare definitivamente la canzone. Per quanto mi riguarda, la voce cerca di interpretare al meglio i testi e il mood dato dal resto degli strumenti. Dove sento l’ispirazione introduco una melodia vocale, con voce pulita, il più delle volte suggerita dalle tastiere, e la alterno al growling delle parti più martellate. Il risultato è un sound e uno stile senz’altro personale, che rispecchia in pieno quello che vogliamo suonare.

Oltre ai doverosi complimenti a tutti quanti, devo dire che una menzione d’onore va alla tua voce, versatile e duttile nel passare da registri estremi al pulito in maniera estremamente naturale. Come la tieni in allenamento?

Grazie. Veramente mi alleno pochissimo. Alterno settimane di full immersion, quando sono in studio o quando ci sono concerti, a mesi di completa inattività. Tanti anni fa ho preso qualche lezione e ho  imparato a non forzare la gola con lo screaming, il resto viene da sé.

Molto interessante anche il fatto che il vostro album sia disponibile, oltre nel classico formato cd, anche in quello di chiavetta usb. Da cosa è nata quest’idea?

Inizialmente avevamo deciso di rilasciare l’album solo su internet e in maniera completamente gratuita. Poi abbiamo accolto i feedback di fan e amici, che dicevano di preferire comunque una “hard copy” o un oggetto fisico che contenesse la nostra musica al semplice download, allora abbiamo optato per un’autoproduzione all’avanguardia, la penna USB, in linea col nostro stile tecnologico. Successivamente è arrivato il contratto con l’etichetta e la distribuzione massiva su CD. La chiavetta invece si acquista solo sul nostro sito.

Parlando un attimo del passato, il già citato Extreme Mental Piercing è stato il disco che vi ha fatto conoscere al pubblico. A posteriori, c’è qualcosa che rimettereste a posto di quel lavoro? Che responsi avevate ricevuto all’epoca?

No, nessun rimpianto. Quel disco mi piace ancora molto, anche se con gli effetti ci siamo andati giù pesante! Le recensioni sono state molto buone, specialmente in Italia e Nord Europa. Altrove qualcuno come al solito si è stupito di questa mia nuova versione postmoderna.

Cosa potete dirci dell’attività dal vivo? Avete delle date già programmate? Da che tipo di persone è composto il vostro pubblico?

Il nostro pubblico è prettamente Metal, nel senso più ampio del termine. Ci spiace non poter soddisfare i nostri fan, ma purtroppo non abbiamo previsto un’attività live a supporto dell’album. Due terzi della band sono impegnati sul nuovo album CADAVERIA, pertanto non riusciamo a trovare il tempo per organizzare delle date seriamente.

Ultima domanda: in Italia sei una delle “istituzioni” della scena extreme metal, ma credo che tu abbia raccolto molto meno di quello che hai seminato. Come ti trovi con addosso lo status di “personaggio di culto”?

Il fatto di essere ancora nella scena underground mi piace e non mi permette di annoiarmi. Non so se sono proprio un “personaggio di culto”, ma comunque mi ci trovo benissimo.

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