Sembra un secolo da quando ascoltai il primo album degli Airborn, dall’ultimo lavoro sono passati sei anni. Un’era geologica se riferita al mondo della musica. Alessio ha accettato di rispondere alle mie domandine e conoscerlo di persona è stato molto divertente.

Ciao Alessio. Alla fine ho dovuto aspettare circa sei anni per un nuovo album degli Airborn. Cosa è successo in tutto questo tempo?
Ciao Stefano, ottima domanda… ci sono stati molti cambiamenti, tutti per il meglio, che hanno richiesto un po’ di tempo. Nel 2005 Il nostro batterista ha abbandonato la band, seguito, dopo poco tempo, dal nostro bassista e membro fondatore Alberto. Puoi immaginare che per me e Roberto Capucchio sia stato un bel problema… chiunque abbia mai suonato in una band sa che bassisti e batteristi non si trovano sugli alberi, anzi!

Ma non ci siamo persi d’animo: io avevo già in mente il concept per il terzo album e avevo qualche pezzo pronto… così abbiamo cominciato a registrare in attesa di trovare le persone giuste per riempire i posti vacanti, cosa che abbiamo fatto con grande successo prima con l’inserimento di Domenico Buratti al basso e poi con quello di Roberto Gaia alla batteria. Entrambi sono più giovani di noi due vecchiacci, ma hanno moltissima esperienza e sono musicisti di qualità stellare.

Parlaci un po’ della gestazione di Legend Of Madog
Legend of Madog è stato il primo album degli Airborn in cui ho curato anche la produzione… e sono davvero soddisfatto di questa esperienza! E’ un passo professionale che volevo fare da tempo e credo sia riuscito. I tempi di registrazione non sono stati eccessivamente lunghi, anzi ti posso dire che l’album era pronto circa tre anni fa… ma complice una serie di problemi organizzativi con la Remedy Records é rimasto, come si suol dire, sullo scaffale… alla fine abbiamo ritenuto che la nostra situazione fosse insostenibile e abbiamo lasciato decadere il contratto con la Remedy. La mossa successiva è stata creare la ARP music e pubblicare il CD per conto nostro.

Era un rischio perchè non sapevamo bene cosa aspettarci… col senno di poi mi domando perchè non l’ho fatto prima! Dal punto di vista economico è più remunerativo, non c’è stress, non ci sono brutte sorprese e artisticamente puoi fare tutto quello che vuoi. Comunque, niente rancori con la Remedy, infatti collaboriamo ancora per la distribuzione dei CD e siamo rimasti in buoni rapporti di amicizia.

Chi o cosa è Madog? Di cosa parlano i testi?
Madog Gwynedd era un principe gallese che nel 1170 circa per sfuggire alla guerra civile, combattuta dai suoi fratellastri per la successione al trono, partì navigando verso ovest e che, narra la leggenda, pare sia sbarcato in America 300 anni prima di Colombo.
A partire da questa vicenda peudostorica ho scritto una storia di fantasia, soprattutto nella parte che si svolge in America, l’incontro con i nativi, etc.
Il tutto ha un tono molto shakespeariano, non a caso uno degli album che mi hanno ispirato maggiormente è stato Thane To The Throne dei Jag Panzer.

Il nuovo lavoro suona molto più personale rispetto ai precedenti, decisamente troppo Iron Savior style.
Questo è un punto un po’ strano… in realtà quando abbiamo registrato Against The World volevamo quel suono alla Gamma Ray/Iron Savior… ed era grandioso averlo a portata di mano lavorando con Piet Sielck… sul secondo album D-Generation invece avremmo voluto avere un suono decisamente più progressive ed estemporaneo, ma Piet ci ha riportati molto sul suo binario. Inutile dire che la cosa ci ha un po’ lasciato l’amaro in bocca.
Per Madog ci siamo posti il problema del sound in modo più creativo: un concept di tema medievale, cioè su gesta epiche del passato, secondo noi doveva essere associato al sound dei gruppi storici dell’Heavy Metal, cioè molto old school: Priest, Blue Oyster Cult, Uriah Heep, con una spruzzatina di thrash alla Megadeth.
Naturalmente avremmo potuto fare la classica equazione medioevo = symphonic metal con un sacco di tastiere orchestrali, ma non ci sembrava molto originale. Inoltre abbiamo scoperto che questo nuovo stile sempre power ma con maggiore groove è davvero quello che vogliamo fare a questo punto della nostra vita artistica.

Parliamo della precedente avventura in studio con Piet sielck. Cosi ci puoi dire al riguardo?
Piet è il numero uno nel suo lavoro, è un terminator… non esiste un problema di cui lui non abbia la soluzione in tasca. Lo consiglio a chiunque… in più è una persona affabile e disponibile. Come ho già detto, la scelta di non lavorare più con lui è stata dettata soprattutto dal mio desiderio di impegnarmi in prima persona come produttore e sound engineer e dal desiderio di dimostrare che le cose buone dei nostri dischi vengono soprattutto da noi.

Ora che siete tornati che progetti avete per il futuro? Non vorrai mica farci attendere altri sei anni per il prossimo lavoro!
No no, non ti preoccupare! Abbiamo intenzione di cominciare le registrazioni del nuovo album all’inizio del 2010… ho molti pezzi pronti e anche Roberto ha scritto dei grandissimi riff! C’è materiale per due album… o per un album doppio? Chi lo sa? Vedremo…

Come vedi il mercato discografico attuale?
Difficile fare previsioni, il mio parere però è che quello del power/classic metal sia un business a misura perfetta per i musicisti indipendenti.
Ci sono strumenti che erano impensabili quando abbiamo cominciato: Cdbaby, iTunes e tutti gli altri rivenditori di musica digitale danno un servizio eccellente. Inoltre in Europa, America e Giappone esistono persone dedicatissime che gestiscono distribuzioni e si danno un gran da fare.
Per quel che riguarda il mondo delle label medio-grandi non ho idea di cosa succederà… ma di certo non è un bel momento. Molti sono così preoccupati dall’idea di fermare la pirateria che si dimenticano di scovare gruppi di qualità, che poi dovrebbe essere al punto uno dell’agenda di un discografico…

Quali possibilità ci sono per un gruppo oggi di realizzare un prodotto professionale in casa?
Un prodotto professionale completo in casa non è possibile farlo. Tuttavia rispetto al passato ci sono molte cose che possono essere registrate in casa: le chitarre possono essere registrate con buona qualità con dei direct amp, idem per il basso… per voce e batteria è necessario uno studio con microfoni e compressori di qualità. Dal punto di vista del mix, invece, tutto può essere fatto in casa con un computer di media potenza e con software di prezzo abbordabile. Naturalmente il mix e (soprattutto) il mastering richiedono un po’ di esperienza, ma su internet ci sono ottimi manuali e tutorial.

Avete concerti in vista da qualche parte?
Si, il 16 Gennaio suoneremo al Taurus a Ciriè, vicino a Torino e sarà un gran bel concerto, dato che come special guest ci saranno i nostri vecchi amici Higlord. In tanti anni che ci conosciamo non avevamo mai organizzato un concerto insieme. Bisognava rimediare… speriamo di ripetere la cosa quanto prima!

Il 30 gennaio, invece, suoneremo ad Aisone, in provincia di Cuneo, quindi mese pieno di date…

Cosa fa Alessio Perardi oltre alla musica?
Il mio lavoro ha sempre a che fare con la musica: scrivo brani per pubblicità e film vari, mi occupo di sound editing, mastering, doppiaggi. Oltre a questo lavoro anche nel campo della grafica, 3d e non.

Spettacolare il suono stile C64 nella traccia Pc di The Hero. Per chi come me è nato con C64, Amiga, Atari ST e via discorrendo fa tanto effetto nostalgico. E aggiungo fa anche sentire vecchio! Ormai sono passati 25/30 anni da quel periodo quando tutto si faceva da riga di comando e non col copia incolla del mouse. Nostalgia degli anni ottanta in tutto e per tutto?
Anche tu sei dei nostri eh? Che dire… il periodo in cui si giocava col piccolo commodore è stato unico. Eravamo ragazzini spensierati (e questo vuol dire molto) e quei giochi sembravano magici, inoltre le musiche erano piccoli capolavori. Jeroen Tel, Chris Huelsbeck, Rob Hubbard, Tim Follin & co. erano e sono grandi musicisti. Magari col tempo ci sarà una riscoperta di questi maghi, anche al di là della cerchia dei nostalgici: lo meritano!

Come sanno i possessori dei nostri vecchi album, per noi è una tradizione mettere una simpatica traccia dati nascosta e avendo provato un plug in di suoni che emula il chip del 64, non ho saputo resistere, così è nata la versione C64 di The Hero.

Alessio a te uno spazio libero. Dì qualunque cosa tu voglia.
Grazie mille per l’intervista e buon 2010 a tutti!

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