Finalmente il tanto atteso nuovo lavoro dei Primal Fear, per alcuni 16.6 ossia P.F, è arrivato nei negozi anche qui da noi. Il gruppo tedesco, come sempre capitanato dal possente Ralf Scheepers e Mat Sinner ci riporta alla solita produzione potente e massicciamente rocciosa, e come ci hanno abituati non cambiano la formula di base della loro musica. Quindi granitici riff di matrice priestiana sorretti dall’ugola d’oro, e dalla possente sezione ritmica del già citato bassista e alla batteria Mr. Randy Black con le due asce, Henny Wolter e il neo acquisto Magnus Karlsson ma senza restare statici, e troppo uguali a sè stessi. E’ da un po’ che le orchestrazioni sono entrate in casa Primal Fear e ormai fanno parte del loro DNA non snaturando la potenza e violenza della musica, ma anzi rendendola molto più variegata.
Dopo svariate pubblicazioni non ci possiamo certo attendere una rivoluzione per un gruppo che ha dato tanto, e tanto continuerà a dare al power metal tedesco, ed europeo in generale.

Trovo 16.6 un buon album pur con qualche lieve caduta di tono. Decisamente grandi la canonica Riding The Eagle, la graffiante e malefica Six Times Dead, brano questo che ascolto a rotazione ormai, molto bella la melodiosa e arabeggiante Black Rain, che ricorda in alcuni frangenti delle melodie di Kamelotiana memoria; veloci e grintose anche Under The Radar, Soar e in particolare Night After Night. Dovrei citarne anche molte altre come Smith & Wesson, un nome tutto un programma, ma mi fermo qui perchè quest’album và ascoltato per intero. Bentornati!

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