Eccoci al secondo e sorprendente album del black/classic artista Vaerohn.
E con questa intervista email egli si conferma presuntuoso e misantropo, ma allo stesso tempo geniale, profondo e acutamente realista.

Congratulazioni! Grotesque è bellissimo. Da Vacuum a Grotesque: come e perchè?
Vacuum è stata la mia prima esperienza compositiva, anche in termini di registrazioni e mixaggio, e oggi mi sento più maestro di queste tecniche. Grotesque è più maturo e assomiglia di più a quello che sto cercando. Credo sia più complesso non solo come composizione ma anche dal punto di vista concettuale. Da un lato, Grotesque approfondisce di più l’aspetto degli accostamenti disparati, il che lo rende più assurdo e comico rispetto a Vacuum che forse è più “normale” se posso così definirlo. Ma dall’altro lato, ci sono parti più brutali ed estreme, più metal, in Grotesque che non in Vacuum, essendo quest’ultimo proiettato verso lo stile del depressive black metal. Riassumendo perciò direi che Grotesque è allo stesso tempo meno serioso, più crudo, meno rigoroso e più malato rispetto a Vacuum. I miglioramenti più significativi concernono la produzione, la voce, l’originalità e la complessità compositiva.

Cosa vogliono dire i titoli delle canzoni?
Grotesque segue quello che io chiamerei uno scenario, più o meno codificato dai titoli, e quindi sarei sciocco a rivelarne tutti i significati. Tuttavia posso dire che la maggior parte dei titoli si riferisce alla mitologia.

La strumentazione è fantastica. Un vero crossover tra il depressive black metal e la musica classica! Mi azzarderei addirittura a dire che la musica classica è dominante. A quali compositori ti sei ispirato? È tutta tua, la scrittura dei pezzi?
A essere sinceri non ho tentato di seguire un particolare filone musicale e il fatto che io non abbia alcuna formazione ufficiale e che io abbia imparato tutto da solo mi rende in grado di creare qualcosa di veramente personale. Ovviamente non sono così illuso da pensare che Pensées Nocturnes sia rivoluzionario, di certo è influenzato dalle cose che ascolto, ma non ho questo obiettivo quando compongo.
In effetti si possono trovare riferimenti a compositori classici in Grotesque, vedi Berlioz, Grieg, Shostakovitch, Brahms, Verdi… e questo anche in Vacuum, ma si tratta di modesti omaggi. Non posso dirti esattamente quali artisti mi abbiano ispirato, ma almeno posso dirti che cosa ascolto: preferisco però di solito giudicare i gruppi singolarmente ed evito il più possibile di catalogarli: ovviamente il black metal in tutte le sue forme, dal sinfonico al depressive, al primitivo…. Poi death metal, musica classica, soprattutto a partire dal periodo romantico e i successivi, il blues, il jazz, varietà francesi, rock…

La lavorazione artistica in copertina e sul disco è molto bella. Immagino tu la ritenga parte integrante dell’opera, ad accompagnamento della musica. Se sì, ce la spieghi meglio?
L’artwork è opera di Stephen Rothwell, un artista inglese che si esprime in un’atmosfera malsana e surreale. Ho pensato che queste combinazioni assurde e bizzarre si associassero totalmente all’universo di Pensées Nocturnes, e che cercassero di offrire un altro punto di vista sulla nostra vita, il nostro mondo, la nostra condizione. Di conseguenza l’artwork è piuttosto importante perché è ciò che affiora alla mente quando uno pensa all’album, e anche per questo non voglio dare una spiegazione troppo precisa. Immaginazione, originalità e assurdo sono le linee guida per PN e non voglio restringere il campo mentale dell’ascoltatore dando delle immagini definite. Idem per quanto riguarda i testi.

Le emozioni che ho provato mi hanno ricollegato all’immaginazione di una società “bene”, viziata, annoiata e grottesca…. Un po’ come la persona sulla copertina. È questo il messaggio principale del disco?
La vita non ha un significato profondo, un obiettivo preciso, una verità assoluta. Il fatto che le vite umane riposino sulle loro illusioni e che siano mantenute da una speranza inestinguibile non si può negare. Però nulla di ciò che facciamo ha una ragion d’essere a livello esistenziale, se non quella di consumare il tempo. Alla fine la vita si riduce a tutto ciò che ci permette di dimenticare l’essenza della vita stessa… ma nonostante questo vuoto dobbiamo vivere comunque, e questa specie di nihilismo dà facoltà di vedere la vita da un punto di vista completamente diverso e di cercare di creare qualcosa da tanto assurdo, qualcosa che ognuno si sceglie, che non deve per forza essere convenzionale o “normale”. È una battaglia persa, pertanto dobbiamo prenderci gioco della vita e ridere della nostra condizione. In Grotesque c’è un po’ di tutto questo.

Verso la fine dell’album c’è un inquietante orologio che mi ha molto colpito. Che ci dici a tale proposito?
Hel è l’incarnazione della morte in Grotesque, pertanto ti lascio immaginare a che cosa si riferiscono i rintocchi del cuculo. Una specie di demistificazione, disillusione, o anche una accettazione. Questo effetto a sorpresa è anche l’espressione del fatto che [dalla morte, nda] non siamo mai al sicuro.

Ti esibirai presto dal vivo?
Spesso mi propongono di suonare dal vivo ma non so se un concerto sarebbe cosa adatta a questa musica, e non lo voglio scoprire. Per ora la priorità è la discografia della band. Non sono convinto di riuscire a condividere tutto questo dal vivo come con un album, e non voglio perdere tempo cercando un line-up solo a scopi promozionali o perché lo fanno tutti.

Qual è la tua opinione dei fan di black metal? Come vorresti che ti vedessero? Qual è il tuo rapporto con loro?
Beh non molto tempo fa mi è stato fatto notare che come musicista dovrei amare i miei “fans” ed essere contento che si azzardano a investire del tempo ad ascoltare la mia musica. Quindi dovrei semplicemente accettare il fatto che tutti hanno già sentito Grotesque tre settimane prima dell’uscita ufficiale, hanno già messo le canzoni su Youtube, ecc. Uno fa musica, la osserva mentre viene violata e sta zitto: questa è la situazione degli “artisti” oggi. Uno non viene rispettato per ciò che fa, siamo solo elementi della catena del consumo. L’obiettivo del “fan” è di scaricare l’album il più velocemente possibile (importante: che sia prima dell’uscita ufficiale!), essere il primo a dire su LastFM quello che ne pensa. Nessuno si prende la briga di analizzare la musica, suonarla molte volte e capirne tutte le sottigliezze. Poi non riesco a non chiedermi: come fanno le persone ad essere così presuntuose da scrivere riguardo a qualcosa di cui non hanno minimamente idea? Fanno la stessa cosa anche con l’arte? La gente non aspetta altro che uno che componga il disco che vorrebbero sentire per essere messi di buon umore. Non vogliono che tu li faccia riflettere o che tu ti esprima. Allora questo si definisce domanda ed offerta, non si chiama arte. E queste persone non possono essere definite “fans” bensì clienti, che quasi sempre non pagano neppure per ciò che consumano.

Com’è la Francia oggi? La società francese?
Beh immagino sia come la maggior parte delle nazioni occidentali: una società che poggia sul vuoto, dove gli esseri umani si affannano dietro al virtuale e all’immateriale. Quando accendi la TV non vedi persone geniali o talentuose, bensì solo bionde sciocche e stupidi pagliacci. I primi che ho detto preferiscono nascondersi nei loro laboratori. Vengono chiamate a esprimersi in pubblico persone che non hanno nulla da dire, e loro lo fanno…

Qual è il tuo rapporto con la religione? E la politica?
PN non ha molto a che fare né con la religione né con la politica, almeno non direttamente. Io sono agnostico perché ritengo ugualmente stupido sia credere all’esistenza di Dio sia negarla. Per quanto riguarda la politica credo che non sarebbe appropriato in questa sede.

Quale direzione credi che prenderà la tua musica future? Più metal o meno?
Non ho idea di ciò che creerò in futuro ma non sarà qualcosa di comune o di già visto. L’arte non può essere ridotta a essere fatta con lo stampino come molti gruppi di black metal credono si possa fare. “Transilvanian Hunger” è unico nel suo genere [quarto album dei Darkthrone, nda], così come “La Fontana” di Duchamp. Ma si fa una volta sola altrimenti diventa inutile plagio. Non mi piace rileggere un libro e così non mi va di comporre qualcosa che ho già composto e suonare un pezzo che so già suonare. Mi dispiace per quelli che volevano che creassi tutta la vita dei “Vacuum” ma sarebbe una perdita di tempo sia per me sia per voi.

Qualsiasi saluto ai nostri lettori italiani è benvenuto!
Ricordatevi, nulla esiste. Tutto deve essere inventato.
Grazie e vi auguro tutto il meglio per il futuro.

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