Terzo platter ufficiale per i danesi Manticora, formazione dedita al power dalle tinte oscure e progressive, dopo gli ottimi responsi ricevuti dal debutto “Roots of eternity” uscito per una casa greca i nostri si sono accasati presso la attivissima Scarlet che l’anno scorso ha pubblicato il secondo “Darkness with tales to tell” aumentando notevolmente le quotazioni del gruppo nella scena europea.
Questo nuovo cd si presenta più ambizioso e curato rispetto ai suoi predecessori, già dall’opener “Filaments of armageddon” si comprende la maggiore cura negli arrangiamenti e nel song-writing, il disco infatti è caratterizzato da brani che raramente scendono sotto i sette minuti di durata e presentano diversi cambi di atmosfera al loro interno, composizioni che richiedono diversi ascolti prima di essere comprese a pieno.
Ottima la produzione delle chitarre le quali più che col Power hanno a che spartire col Thrash, una soluzione adottata con successo anche da atri highlight del metal nordico come i Nocturnal Rites, la sezione ritmica appare molto più varia e tecnica rispetto al passato, capace di muovere il ritmo dei pezzi in direzioni differenti in modo da non annoiare mai.
Non mancano i ritornelli corali come nelle ottime Keeper of time e Cantos che sebbene possiedano una struttura molto articolata non dimenticano la melodia e riescono a catturare l’ascoltatore con la loro potenza frontale espressa da una eccezionale impalcatura ritmica. Mi hanno sempre interessato i dischi dei Manticora per via del cantante Lars che si tiene sempre a dedita distanza dalle
linee iperboliche di certi suoi colleghi facendo più perno su un tono graffiante e personale che mantiene intatta tutta la potenza che un gruppo metal deve possedere.
Il capitolo più progressivo è A long farewell che si sviluppa per quasi nove minuti tra cambi di tempo, impennate ritmiche e melodie dal sapore teutonico che non risultano comunque banali o ripetitive, forse il brano non risulta immediatamente coinvolgente ma la caratura del song-writing ti invita sempre al riascolto.
I Manticora concludono la loro opera all’insegna del power più diretto e melodico di At the keep e Love eternal che senza scadere nel dozzinale sound melodico helloweeniano, tra intermezzi progressivi e stacchi melodici concludono meritatamente questo disco molto interessante.
Il disco è un concept sulla figura mitologica di Iperione, mi sono documentato come mio solito, secondo l’autore greco Esiodo che si occupò fondamentalmente di poesia epica, Iperione era uno dei più importanti fra i Titani, era figlio degli dei Gea e Urano e di fatto era la divinità della luce, padre del Sole, un ancestrale divinità simile ad Apollo.
Lo stesso Omero nell’Odissea, ammesso che sia stato lui a scriverla, si riferirà spesso al Sole con l’appellativo di Iperione, intendendo il Titano dio della luce, anche la scienza ha celebrato il mito di Iperione, una delle lune non Galileiane di Saturno porta il suo nome infatti.
Insomma un cd consigliato a chi ama le sfaccettature più ricercate del power, la potenza del disco non si discute quindi se avete presente il sound degli Angel Dust di “Border of reality” potreste nutrire una decisa indole per questo tipo di sonorità, bravi Manticora.