Altro lavoro per l’industriosa Black Widow, altro disco ancorato a radici dark/doom, ennesimo lavoro degno di molta attenzione. I Malombra sono un gruppo italiano fra i piu’ capaci ed interessanti che mi sia mai capitato di ascoltare, il disco in questione e’ della fine del 2001 ma a me e’ arrivato fra le mani solo ora, sapevo dei Malombra ed avevo sentito alcune cose fatte in passato, questo comeback atteso per cinque anni si presta alle, solite, molteplici interpretazioni. Ad alcuni piacera’ molto ad altri no, infatti “The Dissolution Age” e’ uno di quei dischi bianco e nero, o li odi o li ami, non consente mezze misure e, sinceramente, non le merita. Personalmente sono fra quelli a cui il disco e’ piaciuto e non poco, una base fortemente doom, con molti inserti elettronici e quasi gotici, la voce di Mercy e’ magnetica e particolarissima, ricca di personalita’ e si propone come elemento distintivo del gruppo nonche’ come principale attrazione del disco. I singoli brani presi a se stante sono molto validi, ma e’ il complesso del disco che racchiude il valore aggiunto, se “Unknown Superiors”, “Everybody Afterwards” o “A Spiritual Waste” se la giocano come best track e’ l’intero lavoro che cattura l’attenzione grazie alla sensazione di continuita’ e compattezza (contrariamente a quanto potrebbe apparire dalla lunghissima durata del tutto).
Collocare i Malombra e’ tutt’altro che facile, l’etichetta di dark band va decisamente stretta a Mercy e soci (anche se la presenza dei Sisters Of Mercy e’ palpabile), sicuramente c’e’ del doom cosi come molta elettronica, ma non certo quella fine a se stessa, l’uso che i Malombra ne fanno e’ saggio e dosato, atto a creare atmosfere cupe e tristi, spesso fanno contrasto con le ritmiche sostenute. In definitiva un disco di ottimo livello, ben prodotto, suonato altrettanto bene e cantato meglio. Certo ci sono alcuni lati negativi, cosi come per altri prodotti della Black Widow la copertina e’ parecchio brutta anche se riflette pienamente quello che e’ il lavoro dei nostri, tuttavia anche questa volta l’infelice cover custodisce un booklet eccellente, testi, credits e tutto il resto, se alla Black Widow si decidessero ad adottare una diversa linea grafica penso che i loro (ottimi) prodotti guadagnerebbero notevolmente in visibilita’, non che la musica proposta ne abbia bisogno certo, pero’ anche l’occhio vuole la sua parte.
Concludendo vi consiglio di dare un ascolto a questo lavoro, scevri da preconcetti e da quello che conoscete dei Malombra, li troverete diversi, cambiati, forse in meglio forse no, tuttavia date a “The Dissolution Age” una chance, la merita appieno.

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