Salvation Lies Within è il primo album dei Faith, gruppo doom svedese nato nel lontano ’84, che vanta una biografia piuttosto singolare, avendo prodotto fino ad ora solo due demo e questo album. Salvation Lies Within, che ora esce per Doom Symphony, era già apparso nel 2003 sotto Stormbringer Productions, presentando allora due canzoni in meno (la quarta “Possession” e la penultima “Hymn Of The Sinner”).
Storia eccezionale a parte, i Faith seguono un classico doom in stile Black Sabbath, con parti heavy molto calde e insistenti, rintocchi di campane qua e là, voce pulita che segue con fare stanco e insinuante tutte le tracce. Nonostante queste caratteristiche possano far pensare ad una brutta copia dei padri inglesi del genere, i Faith non sono solo questo: il loro suono si arricchisce e diventa personale in piccoli accorgimenti che nell’insieme danno corpo e forma a questa musica. Inserimenti sporadici di violino e armonica, riff orrorifici (come nella seconda “Now It’s Gone”, sicuramente una delle migliori), assoli complessi ma travolgenti ed energici al tempo stesso (non quelle peripezie strumentali tanto lodevoli quanto stancanti all’ascolto, ma ramificazioni più complete della stessa melodia). È in questi caratteri che il gruppo si dimostra più vario e coinvolgente, osando per tentare di dare una propria impronta al genere scelto.
Davvero valida la prova nelle song più dolci e malinconiche, come la quinta Dark Fate, che nella melodia riproduce perfettamente lo spirito fatalista e nichilista del testo.

Nel complesso quindi siamo davanti ad un gruppo che ha tutte le carte per muoversi con padronanza nell’heavy-metal più canonico, ma, non si sa perché, non è riuscito a superare l’ostacolo di questo primo album dagli anni Ottanta ad oggi. Probabilmente tale penuria di produzioni deriva da uno spirito perfezionista che presiede alle creazioni; rimane inevitabile chiedersi quanto dovrà passare prima che il gruppo ritorni con un nuovo lavoro sulla scena.
Per ora comunque gli appassionati del doom classico possono gustarsi tranquillamente questo Salvation Lies Within, pur sapendo di non trovarsi davanti ad un unicum, soprattutto per il riferimento troppo stretto con altri gruppi (specie Black Sabbath). L’ultimo augurio per la band è che quest’opera non rimanga un oggetto di culto per i più incalliti seguaci del doom, ma sia una gemma pronta a sbocciare in un vicino futuro.

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