Devo fare una premessa breve ma importante prima di partire con questa recensione: non sono un amante delle one-man band, per tanti motivi: il primo è che a memoria non ne ricordo una che mi abbia fatto sobbalzare, il secondo è che non credo nel mondo metal odierno esista una persona che riesce ad eccellere in tutti gli strumenti e il canto, e sebbene la tecnologia aiuti molto questo fatto credo penalizzi queste uscite discografiche.
Premesso ciò posso dire di conoscere poco Lord Agheros, ex membro dei Vertex fino alla sua decisione di tuffarsi in un progetto così ambizioso come questo, giunto al suo terzo album.
Ho potuto in passato ascoltare il buon “As A Sin”, disco del 2008 e predecessore di questo “Of Beauty And Sadness” e già allora rimasi colpito da quanta atmosfera riusciva a creare attorno all’ascoltatore questo tipo di lavoro.
Oggi ho le conferme chiare della mia prima impressione: quello che sto ascoltando è davvero un bel lavoro, che mescola in sè tantissimi elementi, risultando inquietante, pauroso, psicotico, tranquillizzante, rasserenante allo stesso tempo, creando nell’ascoltatore un mix di emozioni e sensazioni che si rincorrono senza sosta e senza continuità di sortà in un gioco di sorprese infinite.
Difficilissimo analizzare i singoli brani poichè quasi esclusivamente strumentali e ognuno ideale prosecuzione del precedente. E allora troviamo elementi doom dall’infinita tristezza e dalla cattiveria intrinseca ma mai apertamente dichiarata, gli accorgimenti gothic, le svolte epiche (in cui una voce lontana,fredda e distaccata ci trasporta in un mondo freddo e buio), e le accellerazioni dark, a tratti black con il singer che si impegna su tonalità alla Dani Filth.
Un calderone ricco ma mai disordinato, in cui trovano spazio i cori, il cinguettio degli uccelli, ruscelli freschi di montagna e urla strazianti.
Le chitarre sono sempre in secondo piano, nascoste da keys e sinth, i veri protagonisti di questo lavoro, in cui la batteria non detta l’incedere del tempo ma lo cadenza solo, portando lo sconforto fino alle vostre orecchie, che ne rimarranno impressionate ma non ne potranno fare a meno fino alla fine dell’album.
Che dura 45 minuti (forse un po’ troppo prolisso,qualche taglio quà e là in fasi un po’ meno ricche di pathos non avrebbe guastato) ma che si lascia ascoltare davvero con intensità difficilmente descrivibile.
Chi amal’heavy metal veloce e indiavolato passi pure oltre, ma chi cerca qualcosa di nuovo o ama le atmosfere dark, oscure, pressanti, nebbiose e vaghe potrà trovare interessanti spunti in quest lavoro. Che potrà anche riscontrare favorevoli consensi a chi di metal non è avvezzo.

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