Hanno polverizzato ogni record di visite su MySpace.com (si parla di ambito estremo, ovviamente) ed il loro primo mini-cd ha catturato l’attenzione di tutti i media del settore. Ora, i Job For A Cowboy incidono il proprio album di debutto per la Metal Blade che rilascia l’opera come top priority assoluta.
Nel panorama estremo, dunque, c’è ancora spazio per exploit di questo tipo, caratterizzati da una massiccia campagna promozionale ma anche da tanto talento e qualità musicale. La band americana, al dispetto di un’età media assolutamente invidiabile, è da considerarsi sin da subito come una delle migliori promesse del settore, forte di un bagaglio tecnico incredibile e di un’ insana passione per questo tipo di sonorità.
Smussate le lievi escrescenze “core” degli esordi, oggi i Job For A Cowboy si muovono solo ed esclusivamente all’interno del movimento death, sperimentando soluzioni al limite della speculazione umana ed inscenando il tutto con una padronanza compositiva che rimanda ai veterani della scena. Il songwriting dei nostri, difatti, è quanto di più articolato e complesso si possa desiderare in ambito death, in linea di massima accostabile a quello recentemente palesato da alieni come Spawn Of Possession e Decapitated. Con questi ultimi, poi, i Job For A Cowboy condividono un’età media assolutamente incredibile e decine di date live a supporto dei vari mostri del settore. Tutto assume le sembianze della perfezione in questo “Genesis”, anche quando i cinque americani osano qualcosa di diverso in “The Divine Falsehood”, sicuramente il brano più “rilassato” ed atmosferico del lotto. Un gioiello come “Embedded”, invece, può benissimo rappresentare l’acme compositivo dei nostri, giostrato su pattern di chitarra assolutamente eccelsi e reso divino da una prestazione corale da brividi. Anche gli altri episodi, comunque, mantengono estremamente elevato il tasso qualitativo di questo “Genesis”, contribuendo in maniera palese alla riuscita finale di un debut che difficilmente sarà dimenticato dagli appassionati del settore.

Completano l’opera, infine, una stupenda cover artwork e la produzione curata dal guru Andy Sneap, conosciuto per i suoi trascorsi con Opeth, Megadeth ed Entombed tra gli altri…

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