L’estremismo sonoro è un concetto estremamente labile e molto duttile. Cosa bisogna fare per essere veramente estremi? Forse la risposta sta nell’operare scelte di frontiera, che magari non tutti apprezzano e comprendono. E allora dopo che i vari Cannibal Corpse, Torture Killer, Autopsy, Pestilence e compagni brutale hanno estremizzato il lato violento della musica pesante, cosa si può fare per risultare estremi? Semplice: andare nella direzione esattamente opposta. Questo sembrano aver capito e messo in pratica gli Hellsongs, trio svedese che ha deciso di lanciarsi in quello che potrebbe essere definito un genere di frontiera: il lounge metal. Pazzi? Forse. Geniali? Sicuramente. Le parole del chitarrista e fondatore Kalle Karlsson emergono dalla foschia per chiarire ai più il concetto che sta alla base del suo estremismo sonoro.

Ciao Kalle e benvenuto su Heavy-Metal.it. Allora, iniziamo subito con una piccola presentazione della band: quando, come, dove e perché sono nati gli Hellsongs?

Ciao Andrea e grazie mille per lo spazio! Gli Hellsongs sono nati nel 2004 quando ebbi l’idea di chiamare Johan (tastiere, nda) e Harriet (voce, nda) per mettere in piedi una band che proponesse classici dell’heavy metal in versione più soft. Subito dopo la fondazione del gruppo abbiamo fatto uscire tre brani e suonato un primo show nel cortile di un cascinale di proprietà di alcuni nostri amici con un responso a dir poco entusiasmante. Dopo questa prima esperienza abbiamo cominciato a prenderci un po’ più sul serio, registrato il nostro primo ep ed allora la gente ha cominciato a parlare di noi. Le radio ed i canali televisivi svedesi hanno mandato in onda la nostra versione di Run To The Hills e dopo la release del nostro primo disco, Hymns In The Key Of 666, siamo partiti per il nostro primo tour internazionale. Da allora abbiamo fatto uscire un Ep dal titolo Pieces Of Heaven, A Glimpse Of Hell, un album, Minor Misdemeanors, e suonato oltre 300 concerti in tutto il mondo.

Come scegliete le canzoni da riproporre e qual è il lavoro di arrangiamento che sta dietro alla versione finale di esse?

Più o meno sono sempre io ad occuparmi della scelta dei pezzi e di solito si tratta di canzoni con cui ho un legame particolare oppure semplicemente di cui apprezzo il testo. Ci sono molti pezzi metal che non riuscirei a riproporre semplicemente perché le loro liriche non sono forti abbastanza oppure non hanno una bella storia da raccontare. Per quanto riguarda l’arrangiamento, è una fase che curo sedendomi con la chitarra nel mio studio di registrazione casalingo: prima di tutto metto in piedi lo scheletro di base del pezzo, poi chiamo gli altri e ci lavoriamo tutti insieme.

Chi sente per la prima volta la vostra musica potrebbe essere indotto a pensare che voi non conosciate affatto le versioni originali delle canzoni che riproponete, ma che prendete semplicemente il testo e ci cucite addosso un pezzo completamente nuovo e diverso. Che cosa rispondi a questa provocazione?

Beh, rispondo che conosco molte di queste canzoni come le mie tasche! Ho iniziato ad ascoltare hard rock ed heavy metal durante gli anni ’80 per poi avvicinarmi anche al brutal. Molte delle canzoni che suono con gli Hellsongs sono parte della mia collezione, ma quello che cerchiamo di garantirci è una libertà di interpretazione molto ampia, idea che sta alla base degli Hellsongs. Per quanto mi riguarda, fare una cover che suona uguale all’originale non sarebbe… interessante, ecco.

La definizione che avete dato al genere che suonate è quella di Lounge Metal. Come l’avete scelta?

Un nostro amico ha cominciato ad usare questa espressione dopo il nostro primo show e ci è sembrata appropriata sin da subito. Adoro le contraddizioni: il metal non è certo un genere accostabile al lounge!

Credi che il metallaro medio apprezzi la vostra musica?

In realtà credo ci siano parecchi metallari che sono attratti da noi. In gran parte si tratta di persone più mature, non certo il ragazzo di 16 anni che ha appena iniziato ad ascoltare musica pesante e che pensa che gli Slipknot siano la band più estrema del pianeta.

Avete mai considerato l’ipotesi di scrivere canzoni vostre invece di fare cover?

Certo e l’abbiamo anche fatto! Ascoltate Minor Misdemeanors, il nostro ultimo disco, e giudicate da voi. Sicuramente andremo ancora avanti in questa direzione, in futuro.

Qualche artista che avete coverizzato ha mai ascoltato la vostra versione del suo pezzo? Che tipo di responso avete avuto in questo senso?

Si, è successo. Il batterista degli Europe (Ian Haugland, nda) ha avuto modo di ascoltare la nostra versione di Rock The Night quando abbiamo suonato al suo show radiofonico. Anche Paul Di Anno ha ascoltato Running Free riarrangiata da noi e suonata durante un altro show in radio. Hanno entrambi detto che sono fantastiche!

Judas Priest, Metallica, Slayer, Helloween e moltissimi altri. Chi sarà il prossimo a passare sotto i vostri ferri?

Non ne sono sicuro, ma stiamo lavorando su qualcosa di veramente pesante. Vedremo cosa ne verrà fuori.

Ed invece ci sono dei piani per un tour, magari con una o più tappe italiane?

Probabilmente questo avverrà nel 2012, intendo le date nel vostro Paese. Stiamo pianificando in questi giorni il prossimo tour e ci piacerebbe moltissimo tornare in Italia, abbiamo passato degli ottimi momenti quando abbiamo suonato dalle vostre parti.

Bene, era l’ultima domanda. Puoi concludere l’intervista come vuoi e, nel frattempo, grazie mille per il tuo tempo!

Grazie a te per l’interesse nei nostri confronti. È veramente una fortuna poter viaggiare per il mondo e suonare di fronte ad un pubblico che è venuto per sentire cos’hai da dire. Adoro suonare dal vivo, visitare posti nuovi ogni giorno, ma anche registrare nuovo materiale. Spero sia qualcosa che potremo portare avanti ancora per un po’. E spero anche di vedere tutti i fan italiani l’anno prossimo!

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