Sono molto impaziente per l’uscita del nuovo album di inediti degli Hatebreed. Sembra quasi che la band abbia percepito questa mia fame per la loro musica dandomi come antipasto un interessante disco interamente composto di cover. Non un’operazione fatta solo per spezzare l’attesa, sia chiaro, ma un vero e proprio capitolo discografico, visto quanto i cinque hardcorers sembrano crederci. Del resto stiamo parlando di una delle pochissime formazioni (si potrebbero contare sulle dita di una mano), che possono considerarsi fra gli inventori di un genere ormai usato e abusato allo sfinimento, nel 99,9% dei casi sbagliando, come il metalcore. Quella miscela assassina fra tipiche sonorità figlie di quello che è stato l’hardcore punk americano degli eighties, e una buona dose di metal, soprattutto thrash, che non lasciano davvero scampo. per capire al meglio quello a cui mi riferisco, il consiglio è quello di procurarvi, se ancora non l’avete fatto, l’ultimo full-length degli stessi Hatebreed, ovvero “Supremacy”, di sicuro quanto di meglio possa offrire questa scena musicale. Dimenticatevi quelle nuove band che suonano death svedese con qualche stacchetto più ritmato simil-core e i ritornelli ultra melodici per entrare nelle grazie dei teenagers. Qui si avvicinano minacciosi cinque ceffi brutti e cattivi che vogliono solo farci capire con “For The Lions” da dove hanno imparato a suonare così e da dove deriva questa loro fantastica attitudine così “straight to your face”.
In questo bel prodotto sono presenti quindi solamente brani che rappresentano un po’ l’influenza della band, le loro passioni e le loro idee. La scelta inoltre di non sfigurarle troppo, lasciandole abbastanza uguali alle versioni originali, fa capire quanto rispetto ci sia per questi gruppi da parte dei nostri. C’è chi magari può preferire il fatto che una cover debba essere più particolare possibile, usando al massimo le proprie potenzialità per renderla alquanto differente dall’originale, ma in questo caso non si poteva certo pretendere una cosa del genere, vista la somiglianza dei generi e il già decantato rispetto che c’è e si percepisce dai solchi di ogni brano.
Ben diciotto sono le tracce di questo cd, che alternano in modo bilanciato brani storici dell’hardcore e del metal. Si va dagli Slayer con “Ghosts Of War”, ai Sepultura di “Refuse/Resist”, passando per “I’m in Pain” degli Obituary e un’inaspettata “Escape” dei Metallica. Poi ovviamente sono immancabili canzoni di gruppi quali Cro-Mags, D.R.I., Black Flag, Bad Brains, Negative Approach, Suicidal Tendencies e Agnostic Front, ovvero alcune fra le più importanti compagini hardcore di sempre. Sospettavo anche, a ragione, che dopo la collaborazione con l’amico Kirk Windstein dei Crowbar sfociata nel progetto Kingdom Of Sorrow, il frontman Jamey Jasta avrebbe omaggiato il collega con una cover, ed ecco infatti la stupenda “All I Had I Gave”, sicuramente una delle più belle e ispirate del lotto.
C’è davvero poco da aggiungere, credo che “For The Lions” sia sicuramente un prodotto appetibilissimo per ogni fan degli Hatebreed, non ci sono dubbi, ma questo, purtroppo, è anche il suo più grande difetto. Del resto, a chi altro potrebbe interessare un disco di questo tipo? Se non si è fan della band americana ma si vuole lo stesso conoscere i gruppi coverizzati, il modo migliore è semplicemente quello di andarsi ad ascoltare le versioni originali, non certo quelle con dei diversi arrangiamenti. Un plauso va comunque alla volontà di crederci fino in fondo, dimostrata sia dalla durata notevole, come già spiegato, senza limitarsi ad un qualcosa di scarno ed essenziale, sia dal video che è stato appena girato per il pezzo degli Slayer. Mi sento dunque in dovere di dare un giudizio positivo sì, ma non del tutto alto, a causa appunto dell’ inevitabilmente ristretta cerchia di pubblico che andrà ad acquistarlo.
Adesso però basta aspettare, il quintetto è in formissima, urge quindi una nuova dose di nuovi brani per coronare il tutto.