Proverò ad essere abbastanza breve per recensire questo album e questo gruppo, nonostante la mia valutazione a pieni voti, che potrebbe farmi spendere qualche parola “infiorettatrice” in più. Credo però che tante parole superflue possano in un certo senso guastare la recensione di questo lavoro dai sapori non italiani e quindi sarò il più diretta possibile. Ci troviamo, così, davanti a una band che porta un peso non indifferente. Di che peso parlo? Della loro capacità e della loro bravura. Tra i tanti talenti emergenti in questo sottobosco metal fitto di novità più o meno serie ed attendibili, loro hanno sicuramente spiccato un volo, ponendosi al di sopra di quell’underground che ormai ha fatto del termine stesso, a parer mio ed in molti casi, il suo stesso contrario. Sono orgogliosa di poter recensire tali promesse..

Passiamo direttamente alle caratteristiche dell’album : geniale, incazzato, potente, rumoroso ed a tratti sporco, ma senza stordire e stancare, quindi anche scorrevole: E’ un album di denuncia contro qualcosa e qualcuno che, senza andare a leggere i testi, lo si percepisce dall’ impostazione di come la voce riesce ad interpretare ed interagire con il suono. E’ come un grande sospiro che butta fuori l’anima avvelenata da qualcosa che non va. E’ quel rumore a parer mio “gentile” a suo modo, che ti porta anche ad avere momenti alti, molto alti dati dal power.
E’ arrabbiato, ma diplomatico. Il cantante stranamente quando canta, mi fa venire in mente il buon Jaz Coleman in “Eighties” ve lo ricordate? E questo soprattutto nell’apertura del disco. Mi soffermo su questo punto relativo al power: io non amo il power, o lo sopporto veramente poco. Proprio non riesco a deglutirlo ed è come un pillolone amarissimo. Bene, loro sono riusciti finalmente a farmelo apprezzare e a dire : “Wow figo!”. Non è poco. Hanno saputo mescolare in maniera “alternativamente metallica” questa pillola ad una pietanza eccellente, in tutti i suoi sapori. Spendo parole positive e cariche di speranza per questo gruppo che merita tutta la stima possibile sia da parte dei fan che spero aumentino decisamente per supportarli, sia da parte di alcuni “grandi” a cui detta volgarmente, “pisciano in bocca”. Un mix di generi, di sonorità, di vocalità, di sapienza strumentale che pochi, davvero pochi gruppi hanno saputo adottare.
Ed ora passo ad una recensione “aggettiva” (perdonate il termine, ma capirete ovviamente il perché). Ripeto, spendo poche parole, perché è inutile gloriarne la bravura e la tecnica e riff e assoli e sti c…i… Credo che già ne siano consapevoli delle loro capacità e credo che per l’analisi strumentale possiamo anche distanziarci un pochettino dato che ritengo molto più importante far risaltare la parte “sensazionale” (in tutti i sensi). Bene, passo quindi alla recensione dell’album :

– Hi Tech Love : energia spigolosa e tagliente
– White Wall : rumorosamente pulita e fresca
– Sex ‘n Roll : La proverò in camera da letto. Violentemente erotica.
– Portrait : malinconicamente arrabbiata
– So Far from this Day: metallicamente implorante e depressa
– Jesus On My Back : Incazzata
– Saints Are Gone : particolare e divertente
– The Silicon Age : omonimamente adrenalinica e spettacolare. Degna di rappresentare tale album.
– The Hidden truth : misteriosamente sublime.
– My Pain : cadenza il dolore di chi non può o non poteva o non riusciva a parlare. O forse non doveva.
– From High: fluido dai sentori Floydiani/Bitzkitiani (nell’intro) che scorre nelle orecchie. E’ un pezzo che porta in alto l’anima, nonostante una certa rocciosità.

Mi sono accorta che ascoltando ogni pezzo e rileggendo quello che ho scritto, ogni titolo corrisponde, senza saperlo, alla mia descrizione riguardo a ciò che ho provato nell’ ascoltarlo. “Cosa avrò voluto dire?” beh, che questo è un disco che rasenta la perfezione e la bellezza e che racchiude tante speranze. Una tra queste è che continuino su questa strada. Ah dimenticavo un particolare. Ci credete che sono di Modena? Credeteci. All’inizio parlavo di promesse, ecco, dico promesse in quanto il loro lavoro è sì un dato di fatto, ma altresì è una promessa (e spero non un’ illusione) di portare l’Italia e quindi il metal italiano su una scala altamente elevata, come lo hanno ampiamente dimostrato in questo album.

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