Come si dice, l’abito non fa il monaco, e questo album non è stato da meno. Il titolo mi ha fatto ben sperare, “Music for the night”, ma purtroppo si è rivelato si realistico, in un altro senso però: fa dormire. Ho trovato questo lavoro (il quarto tralaltro della band) particolarmente impalpabile e povero di idee.. Iniziando a parlare dalla produzione, secondo me abbastanza scadente, in cui la voce prevale su tutto, lasciando alla base musicale il mero compito di “accompagnare”, se non fosse per qualche solo di chitarra qua e la (almeno questi, belli devo dire).
L’album è composto da ben 18 tracce, e, se da un lato possono essere una band dalla fervente creatività, dall’altra potevano cercare di farne meno e migliori. Non c’è una traccia particolare che si insinui nel vostro cervello, e nemmeno un genere particolare per definirli. E’ semplicemente un gran pentolone, preso, mescolato, e servito su delle porzioni a caso. Notevole no?.
Si parte dalla ballatona della title track (e opener del disco), fino alla pseudo-Rammstein song di Underground Poetry, con addirittura qualche fastidiosissimo scratch hip-hop. Oppure lo scimmiottamento dei Cure piu ballabili e dolci in “Songs Of The Nightingale”. Detto tutto questo, sembra proprio qualcosa da buttare, ma invece no. Qua e la c’è qualche idea carina, anche se si ferma qui. Canzoni come L’Avion Ivre, si ascoltano abbastanza bene, oppure come Firebird, ma si perdono comunque nella moltitudine della melma.

Probabilmente con una produzione piu incisiva e idee piu asciutte e convinte, avrebbero messo su un album discretamente carino, ma sembra che qui abbiano buttato dentro tutto cio che la loro mente abbia partorito: da un lato è libertà artistica, ma dall’altro è mediocrità compositiva. Sicuramente non consiglierei l’acquisto a molta gente, ascoltatelo prima di spendere soldi. Magari a qualcuno potrà anche piacere.

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