È giunto il momento anche per Frank Caruso, chitarrista degli italiani Arachnes, di poter scrivere e produrre un proprio disco solista. “Keleidoscope”, questo il titolo dell’album in questione, già la dice lunga su quello che potremmo aspettarci da questa sua prima fatica solista e il risultato è veramente eccezionale.

L’album in oggetto ci svela un Frank Caruso parecchio distante dalla sonorità power prog cui ci aveva abituato attraverso gli album degli Arachnes: influenze neoclassiche, hard rock e blues si fanno invece prepotentemente largo attraverso i tredici brani che compongono “Kaleidoscope” e lo spirito di artisti quali Malmsteen, Blackmore e Satriani avvolge il virtuoso tricolore che si ritrova autore di un album avvincente dove la parola chiave è una sola: melodia. A differenza di molti maestri della chitarra Caruso preferisce inoltre creare un album emozionale e realizzato con ottimi brani ognuno con una propria struttura logica ben congeniata. Lasciando da parte il mero sfoggio di tecnica, cosa che molti guitar heroes non riescono proprio ad evitare, Caruso interpreta i propri brani con gran passione disegnando piacevoli momenti strumentali che abbracciano l’ascoltatore in una morsa sonora davvero notevole. Caruso fa inoltre della melodia la sua vera arma, il punto focale attraverso il quale concentrare tutte le sue energie per trasmetterci tutte le sue emozioni. Ed è cosi quindi che colpiscono subito nel segno brani come “Walking on a blue sky” e le successive “Red Passion” e “Metal Force” con un Frank Caruso sugli allori con la sua chitarra capace di creare intrecci melodici assolutamente affascinanti; più vicina sotto tutti i punti di vista allo stile di Satriani è la successiva “White and Black”, mentre si torna su territori tipicamente purpleiani con “Ice of Fire”. Caruso non dimentica le sue origini e il suo passato e con “Kill the king” decide di rendere omaggio ai Rainbow mentre con le restanti “Hard and easy” e “Crazy car” continuiamo a farci trascinare all’interno di un continuo vortice di melodia e potenza che ci tiene imbrigliati come in una ragnatela. Il finale dell’album è tutto in crescendo e Caruso ci propone ancora tre brani, registrati in precedenza con gli Arachnes, tra i quali, oltre a “Lobotomy” e “Parallel Worlds” spicca appunto la lenta “Adagio” che va a piazzarsi come uno degli episodi maggiormente ispiratati su tutto “Kaleidoscope”.

Un cd davvero ben suonato ed ottimamente realizzato. Caruso merita di essere lodato per la sua bravura e per le emozioni che riesce a comunicare tramite ogni canzone. Complimenti dunque a Frank, ora attendiamo un nuovo album degli Arachnes e perché no, una sua nuova prova da solista.

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