E’ giunto il momento del terzo album per gli Islandesi Curse, band fondata da Eldur, musicista conosciuto per la sua militanza in band come Potentiam e Fortid, che in questo progetto tende a distaccarsi nettamente dal sound delle sue band madri, più ricercato e intimista. “ Void Above, Abyss Below” è un album diretto, in puro stile black’n’roll, che non si discosta minimamente da quanto già fatto da Carpathian Forest o Darkthrone ultima incarnazione. Altra influenza palese è quella dei Mothorhead, band, che per stessa ammissione di Eldur, ha influenzato non poco il modo di comporre dei Curse. L’album è stato composto e registrato in meno di un mese e purtroppo si sente e come. Ci sono alcuni brani coinvolgenti, come l’apripista “Desecrating The Divine Trinity” o “I’m The Dead Guy”, ma sinceramente l’album nel suo complesso è abbastanza piatto e monotono. Manca l’ispirazione, cosa che forse sarebbe arrivata se Eldur avesse dedicato un po’ di tempo in più alle composizioni, senza per questo dover per forza sminuire il lato “istintivo” della propria musica. In troppi brani è palese la mancanza di attenzione ai particolari, che fanno risultare i riff come buttati a caso, o troppo ispirati da altre band; in poche parole si percepisce un senso di raffazzonamento. Un album di cui forse non si sentiva il bisogno, per questo tipo di sonorità vi consiglio di rivolgervi altrove e se volete rimanere in italia, leggetevi le recensioni di Vesper e Whiskey Ritual.