Sembrava ormai impossibile poter ascoltare un nuovo capitolo della sega Avantasia di Tobias Sammet e invece il mastermind degli Edguy decide di dare vita a “The scarecrow” terzo episodio di questo suo fortunatissimo side project. Come da tradizione Avantasia presenta un buon numero di special guest sia alla voce sia agli strumenti: Roy Khan, Bob Catley, Michael Kiske, un incredibile Jorn Lande autore di una performance sempre rocciosa e dannatamente esaltante, Amanda Somerville e Alice Cooper intrecciano le proprie ugole assieme a strumentisti del calibro di Sascha Paeth, Eric Singer, Kay Hansen, Henjo Richter e Rudolf Schenker. Con un cast così il successo è assicurato e, infatti “The scarecrow” colpisce nel segno sin dal primo ascolto.
Il songwriting di Tobias è nettamente maturato in tutti questi anni e anche i brani che avremo modi di ascoltare sono molto diversi da quelli che contraddistinguevano i primi due capitoli. Infatti, a fianco di ottime canzoni tipicamente power metal come “Shelter from the rain”, “Another angel down” e “Devil in the Belfry” si alternano brani a metà strada tra l’hard rock e il metal che rendono “The scarecrow” un album capace di abbracciare sonorità diverse e di proporsi anche a un pubblico nettamente differente da quello che aveva apprezzato i primi due Avantasia. Brani come “Carry me over” e la finale e già sentita “Lost in space” possono forse far storcere il naso agli amanti del power metal più classico ma nulla toglie che queste canzoni, con un “tiro” piuttosto soft, si fanno ascoltare piacevolmente rimanendo subito stampate in testa. Ottime sono le due ballad, in particolare la splendida “What kind of love” interpretata da una Amanda Somerville davvero spettacolare dietro al microfono e una “Cry just for little” forse un po’ troppo sdolcinata ma sicuramente d’effetto. Degne di nota sono le songs di apertura, “Twisted Mind” con un Roy Khan interprete eccezionale per un brano dal flavour molto kamelotiano e la successiva titletrack che fa subito centro grazie ad un intro di stampo celtico e a un ritornello dannatamente aggressivo e melodico. Sottotono invece è a mio avviso “The toy master”, brano cadenzato e che si sposa altrettanto bene con la voce di Alice Cooper ma completamente disarticolato dai restanti pezzi presenti sul disco.
“The scarecrow” è un album magnificamente realizzato e suonato. Tobias continua a estrarre dal suo cappello magico ottime canzoni e a dimostrarsi un compositore capace e sempre ispirato. Le sonorità di questo terzo capitolo, ci tengo a sottolinearlo, sono diverse da quelle dei primi due e certamente avrete un pizzico di stupore ascoltandolo. A ogni modo sono sicuro che “The scarecrow” riuscirà a rapirvi e a condurvi nel magico mondo di questo nuovo e triste concept che ovviamente non vi svelo per non togliervi il gusto di scoprirlo leggendo i testi dell’album.
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