Quando mi è giunto a casa il promo dei G.L.A.S. sono rimasto un po’ sconcertato. Mi sono chiesto come mai avessero scelto me per recensire un gruppo attivo sin dal lontano 1985. Leggendo la biografia del gruppo ho notato che, nonostante questo sia il loro diciottesimo anno di attività (da cui il titolo dell’album), è fuori di dubbio che questo gruppo ha dovuto sopportare parecchie avversità prima di giungere alla Line-Up odierna che è composta dal membro fondatore Alex “Midnight” Moschini al basso ed alla voce, Massimo Cappelli alla chitarra ritmica, Alessio Viani alla chitarra solista e Sergio Leonetti alla batteria. Infatti nel corso degli anni si sono sciolti e riformati ben tre volte. L’apice della loro carriera l’hanno toccato nel lontano 1988 con la pubblicazione del mini Lp “Audax Vincit” e del demo-tape “Made In Italy” che ha fruttato loro un contratto con l’agenzia musicale “Musical Box Promotio” diretta da quel mostro sacro che risponde al nome di Klaus Byron (chi si interessa di Metal lo conosce come ex curatore della sezione di Heavy Metal Italiano di Metal Shock ed oggi caporedattore di Flash Europa). Ciò che traspare subito è la voglia di riscossa e di rivincita che permea tutto l’album. Le 6 tracce che lo compongono, votate ad AOR classico ma non scontato, sono delle autentiche scariche di adrenalina che scivolano lungo la schiena e che non possono lasciare indifferenti. Ottima anche la produzione, con gli strumenti che si distinguono molto bene e riescono a creare un vero e proprio “muro sonoro”. Nel corso dell’album il gruppo riesce bene a miscelare dei pezzi più tirati ed energici con degli altri in cui la melodia la fa da padrona. L’unica nota negativa l’ho notata nel cantato che, a volte, scende leggermente di livello (soprattutto nei cambi dai toni alti a quelli bassi e durante gli incroci delle due voci). Comunque questo è un piccolo difetto a cui si può rimediare facilmente. I pezzi che mi hanno particolarmente entusiasmato sono I Cry Alone Tonight, per il suo incedere melodico ma al tempo stesso molto potente, The Sweet Sound Of The Hard Falling Rain, con un intro che fa tornare alla mente i grandi Maiden ed infine No More Lonely Days, No More Lonely Nights, con il suo ritmo quasi ballabile che potrebbe essere suonato in discoteca nella sezione rock. Per concludere posso affermare senza alcun dubbio che i G.L.A.S. sono tornati “ To Kick Some Fuckin’ Ass” (usando una frase dei “mitici” Manowar). Questo per chi si ostina a dire che il metal ormai è solo un genere inflazionato in cui domina solo il business. Questo lavoro dei G.L.A.S. è la prova vivente che non è affatto così.

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