Ma che sorpresa questi Adaro, la loro musica ha provocato in me una reazione davvero inaspettata! Ai primi ascolti trovavo infatti i loro pezzi troppo grotteschi e un po’ ridicoli, poi pero’ mi hanno preso sempre di piu’, e adesso li ascolto davvero volentieri… probabilmente si trattava semplicemente di abituarsi al cantato in tedesco, gia’, perche’ gli Adaro fanno parte di quella scena tipicamente tedesca che comprende gruppi come In Extremo, Subway to Sally, Saltatio Mortis e diversi altri, tutte band accomunate dall’idea di riprendere la musica medioevale (tardo medioevale, per dirla tutta) e modernizzarla, lasciando pero’ un “sapore antico”.
Va in realta’ detto che gli Adaro si distinguono da questi gruppi a causa del loro approccio meno metal e piu’ rock, essendo in realta’ una band piu’ a meta’ strada tra i Blackmore’s Night e gli In Extremo che un clone di questi ultimi. Le note allegate al promo dicono addiritura che Blackmore abbia mandato una lettera a questi ragazzi complimentandosi per la loro musica!
“Schlaraffenland” e’ comunque il primo cd che sento di questi tedeschi, e a quanto leggo e’ un po’ diverso dai primi 3… pare che i lavori precedenti fossero infatti piu’ “medioevali” e tristi, piu’ atmosferici e con testi che parlavano di dame e cavalieri, questa volta invece la musica e’ decisamente allegra (a parte qualche raro episodio) e richiama giullari e danze popolari, al di fuori delle corti e dei castelli… addirittura i testi parlano (stando alle note, perche’ il tedesco non lo so) di terre dove il piu’ pigro e’ il re e la gente guadagna dormendo e i piccioni arrostiti volano tra le mani e la gente inneggia a Dio ringraziandolo per aver creato dei corpi che possono procurare tanta gioia (le note citano versi del tipo “con le sue mani Dio ha creato il chiodo e la fessura”, tanto per darvi un’idea)… sta di fatto che la musica e’ veramente allegra, e gli episodi piu’ trascinanti portano buonumore e spingono a ballare, bisogna solo abituarsi a quel cantato in tedesco che all’inizio suona cosi’ grottesco.
Notate tra l’altro che i brano contenuti in questo cd non sono stati scritti dagli Adaro, ma sono rielaborazioni di pezzi scritti tra il 1200 e il 1600 da diversi autori (alcuni conosciuti, alcuni anonimi). La mia traccia preferita e’ “Frau, du sollst unvergessen sein”, una trascinante danza con tanto di cornamuse molto veloce e allegra, sembra di vedere un gruppo di giovani che ballano in cerchio, uomini da una parte e donne dall’altra, scambiandosi maliziosi sorrisi!! Bella anche “Lieg Still”, dal suono generalmente piu’ moderno che in alcuni momenti ha pero’ un retrogusto fortemente medioevale.
Interessante anche la title track, che all’inizio ha un loop di batteria abbastanza moderno e alterna una parte musicale che ricorda molto i The Corrs ad una parte dal forte sapore country, per diventare poi piu’ medioevale nel ritornello.
Non manca anche qualche brano piu’ amaro pero’, come preannunciato. Un esempio di questo e’ “Es ist ein Schnee gefallen”, dove una voce femminile rattristata e’ accompagnata da degli strumenti molto atmosferici e un po’ tristi… un discorso simile si puo’ fare anche per “Wer alten Weibern traut”, anche se qua la voce e’ piu’ che altro maschile. E’ comunque evidente quanto gli Adaro diano il meglio di se’ nelle composizioni piu’ allegre e gioiose, che infatti occupano la maggior parte del lavoro.

Insomma, contrariamente alle aspettative iniziali ho molto apprezzato questo disco, e il voto che ho assegnato e’ parecchio alto, tuttavia qualche dubbio mi rimane sui possibili fruitori di questo cd. Mentre infatti in Germania un album di questo tipo puo’ fare sfracelli, da noi questa scena non e’ molto sviluppata ed il cantato in tedesco rende la proposta ancora piu’ difficile da apprezzare.
Se non disdegnate il medieval rock secondo me un’ascoltatina a questo cd dovreste darla, potreste apprezzarlo parecchio, tuttavia sconsiglio l’acquisto “ad occhi chiusi”, nonostante il buon voto assegnato… e adesso torno a fare un altro viaggio nella “terra del latte e del miele”… “Frau, du sollst unvergessen sein in meinem Herzen ewigliiiiich. Und war das auch der Wille dein, so ward nie Kaiser mein geliiiiiich” (cosa vorra’ dire poi…)

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