Gli Unruly Child sono uno di quei gruppi scoperti quasi per caso, un po’ ispirato dalla bella bella copertina un po’ dal genere proposto. E sono uno di quei gruppi di cui mi sono innamorato immediatamente, mi sono subito lasciato ammaliare dalla loro musica, dalle loro melodie accattivanti. Quando lessi della pubblicazione di un nuovo lavoro con la formazione storica non stavo più nella pelle.

Si parte subito graffianti con The Only One per crescere in potenza con Four Eleven passando ad un tocco progheggiante  in Driving Into The Future. Un brano a metà strada tra Def Leppard e Scorpions è Get On Top, mentre si torna a sperimentare su See If She Floats, uno dei brani più articolati degli undici proposti, pur essendo di facile assimilazione. Triste e sognante She Can’t Go Home con la voce di Free sempre al top da fare a contraltare ai magici arpeggi di chitarra; uno dei brani migliori e d’effetto insieme alla grintosa e veloce Point Of View. In Ice Cold Sunshine vengono pompati molti aspetti tipici degli Unruly Child: massicci riff, grandi cori e sperimentazione pop degli Yes di 90125. Siamo quasi al termine ma gli ultimi brani mantengono vivo l’interesse con le rocciose When Love Is Here, Sunlit Sun, Someday Somehow quasi a voler dare una scossa finale all’ascoltatore.

Can’t Go Home segna un ritorno sulle scene discografiche in grande stile, mantenendosi fedele al tipico sound del quintetto di Los Angeles. E’ un album ispirato, un po’ malinconico, a tratti graffiante ma chi ha amato i precedenti lavori non mancherà di amare anche questo nuovo. Il gruppo ha impiegato ben tre anni per la stesura delle undici tracce, facendo molta attenzione alla produzione e al risultato finale dei suoni, ai pomposi cori, ma soprattutto alla scrittura della musica. Magico e sognante.

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