Tornano i finlandesi Thunderstone dopo l’omonimo debut album di due anni fa, “The Burning” questa volta il titolo ma il suono rimane Power alla Stratovarius, tanto per capirci subito.
Il primo disco non mi aveva particolarmente entusiasmato, vediamo se questa volta il gruppo si migliora….
Buon inizio con “Until we Touch the Burning Sun”, discrete idee, buon ritmo e la giusta dose di coinvolgimento, da notare subito le ottime doti canore del cantante Pasi Rantanen, il membro migliore del gruppo. Si continua praticamente sullo stesso livello con la successiva “Break the Emotion” dove però inizia una nota dolente che ci porteremo dietro per praticamente tutto il resto del disco: il suono delle tastiere…. ormai più che straabusato dagli Stratovarius in primis. Inizio a chiedermi se abbiano fregato la tastiera a Johansson o se in Finlandia le fanno con due scelte per gli strumenti… mah.
Con “Mirror never Lies” iniziano a calare un po’ le idee del gruppo, per scomparire con la quarta “Tin Star Man” che però a tratti ha ancora un residuo di mordente, ci si riprende minimamente con “Spire” ma non basta.
Momento del lento con “Sea of Sorrow”, superflua e ho detto tutto.
Ci avviamo alla fine sempre senza cambiamenti di sorta sulle idee, appena più decorosa “Forth into the Black” e chiudiamo in bruttezza (spezzerei in due la tastiera) con “Evil within”.
Nella versione digipack sono presenti anche tre cover dei Metallica, Judas Priest e Manowar più tre demo.
Se con il debut ero stato di manica larga trattandosi, appunto, del primo lavoro, che già peccava in originalità, qui siamo peggiorati ancora da questo punto di vista… non basta l’ottima prestazione del cantante a salvare il tutto o i primi due pezzi che invece meritano. Il batterista sembra a tratti una drum machine con le gambe per la piattezza, mentre riguardo la tastiera mi sa che ho già detto tutto.
No, non ci siamo proprio…

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