Quest’oggi ho il piacere di intervistare Andy Tillison, tastierista e mente dei The Tangent, ma soprattutto un vero e proprio gentleman inglese, ricco di humor e di umiltà. La nostra lunga chiacchierata, riassunta nelle righe seguenti (anche perché, con mio sommo piacere, è proseguita ben oltre la fine dell’intervista), è stata molto piacevole… Prima di lasciarvi all’intervista vi consiglio di dare un ascolto al disco composto da Andy (per leggere la recensione vi basta cliccare qui).

Allora Andy, puoi raccontarmi la storia di “The Tangent”?
The Tangent è nato come progetto solista, sul quale lavoravo per creare qualcosa di diverso dalle sonorità dei “Parallel or 90-Degrees”, il mio gruppo vero e proprio. E’ stato il manager dei “Flower Kings” la scintilla che ha dato vita a questo progetto in quanto ha sentito il mio lavoro e, rimastone affascinato, mi ha proposto di lavorare con musicisti veri. Quindi ha spedito le mie idee a Roine Stolt, che ha accettato di lavorare sulle parti di chitarra. La sezione ritmica è stata affidata a Csorz e Reinbold, che suonano insieme a Roine nei Flower Kings.
La sorpresa più grande l’ho avuta quando mi è stato proposto il nome di David Jackson (il sassofonista dei Van Der Graaf Generator. NdA) per le parti di fiati e, sebbene non avessi previsto l’uso di sax e flauti, ho rapidamente cambiato idea perché David è un genio e allo stesso tempo un mito. Gli ultimi due membri del gruppo sono due mie vecchie conoscenze: Sam Baine al pianoforte e Guy Manning alle chitarre acustiche e al mandolino.. entrambi provengono dai “Parallel or 90 Degrees”.
E’ stato un lavoro molto complicato in quanto le persone che vi partecipano vivono in paesi diversi ed è stato registrato in ben quattro studi diversi e mi dispiace di non aver potuto assistere a tutte le session, ma il risultato devo dire che è molto molto positivo!

Il nome che hai scelto, “The Tangent”, a cosa si riferisce?
E’ molto semplice.. suono in un gruppo chiamato “Parallel or 90 Degrees”, inoltre qui in Inghilterra il detto “Going for the tangent” significa “Fare qualcosa di diverso”, quindi ho pensato di rimanere in ambito geometrico e utilizzare il nome The Tangent per il gruppo, in quanto pensiamo di fare qualcosa di realmente diverso..

Perchè la musica sta morendo?
Avrò sentito decine di volte questa domanda oggi! (Ride. NdA) Sai, io sono un grandissimo fan del progressive rock, soprattutto di quello italiano (e qui snocciola tutti quei nomi che conosciamo, dal Rovescio della Medaglia sino al Balletto di Bronzo, in perfetto italiano maccheronico! NdA) e lo reputo uno dei generi musicali più elevati.. come avrai potuto constatare tu stesso, al giorno d’oggi il progressive rock è oramai un genere di nicchia, ascoltato da pochi e ignorato da molti.
Inoltre tutti i grandi gruppi a cui sono legato, eccetto casi molto particolari, dopo i grandi capolavori iniziali hanno iniziato a produrre dischi di scarso livello dalla seconda parte degli anni ’70.. La suite “The Music is Dying Alone” è dedicata proprio al periodo di decadenza di questi gruppi fino alla desolante situazione attuale.. La musica sta morendo solitaria, senza amici, e con essa tutte le grandi idee degli anni ’60 e ’70 tipo Woodstock e simili sono rimpiazzate con cose come la Coca Cola oppure i gruppi fotocopia e così via..

Purtroppo non ho avuto modo di leggere i testi dell’album.. ti sarei grato se potessi brevemente descrivermeli!
Abbiamo già parlato di “The Music That Died Alone”..
“Night Terrors” invece parla di persone che soffrono di incubi ricorrenti e che cercano disperatamente di tornare alla realtà, mentre “Cantermemorabilia” è un omaggio ai grandi gruppi che appartengono al filone Canterburiano del rock progressive (e in effetti c’è da dire che i rimandi a Caravan, Gong, Soft Machine e compagnia bella si sentono abbondantemente in questo brano.. NdA).

Quali sono le tue influenze principali come musicista e compositore?
Sono stato molto influenzato da gruppi come Yes, Genesis, VDGG, ELP e così via.. Ma ascolto volentieri anche Radiohead, Elton John, David Bowie. Una delle mie influenze principali però è Roger Waters, in quanto i suoi testi sono delle pietre miliari.
Anche il punk anarchico mi piace davvero molto, specie a livello di testi! Attento però, non intendo i Sex Pistols!

C’è qualche sorta di messaggio per l’ascoltatore in questo album?
Guarda, con il mio gruppo solitamente non voglio scrivere di “principichecombattonoicattivieallafinesalvanoilregnoesposanolaprincipessa” (lo pronuncia tutto in fila!NdA), bensì di problemi reali! Di disoccupazione, sovrappolazione, delle persone che vivono dietro una tv, delle cose che vanno storte nel mondo insomma!
Con i The Tangent invece ho preferito scrivere testi più vicini al concetto di musica in sé e quindi, l’unico messaggio presente nell’album è un segnale di allarme, perché la buona musica sta scomparendo sempre più…

Puoi parlarmi un po’ della tua band, I Parallel or 90 Degrees?
I Po90 sono principalmente un gruppo rock che tenta di sperimentare stili e generi differenti!
Uniamo le più svariate influenze, da quelle canoniche del rock prog anni ’70 fino alla Jungle o al Grunge(!!). Al momento stiamo registrando il nostro sesto album e al momento siamo alla ricerca di un contratto discografico. Siamo sempre stati ben recensiti dalla critica e ben accolti dal pubblico, proprio perché proponiamo musica nuova! Inoltre è un gruppo molto giovane: io ho 45 anni, mentre il resto della band viaggia sui 20! Siamo una VERA progressive rock band perché andiamo avanti, progrediamo!!

Poiché sei un tastierista, mi piacerebbe porti una domanda tecnica (che magari puo’ interessare a qualche nostro lettore appassionato di synth): che tipo di strumenti hai usato in questo album?
Ho usato davvero molti strumenti!! Mi sono davvero sbizzarrito nell’uso dei sintetizzatori software e infatti i suoni di pianoforte che puoi sentire provengono dal The Grand della Steinberg, gli Hammond dal B4 della Native Intruments e molti dei suoni di synth dal Pro-53 della stessa marca.
La tecnologia è incredibile! Quello che però vorrei che la gente sapesse è che il computer genera solamente i suoni, ma i pezzi sono suonati lo stesso! Anche perché ho usato molti altri strumenti veri, da synth monofonici a moderne workstation..

Perché non dai un consiglio a tutti i giovani musicisti che leggeranno quest’intervista?
Il consiglio più grande che posso dare a tutti i ragazzi che vogliono suonare è: se volete diventare ricchi e vivere con la vostra musica, non suonate progressive rock!!! (Ride. NdA)
Noi stessi lavoriamo per mantenerci! Pensa, io sono appena tornato dal lavoro: sono un insegnante! La musica per noi è solo una passione, non un lavoro, anche perché non ci da introiti sufficienti per la vita di tutti i giorni.. quindi ragazzi, tenete i piedi per terra, perché anche con un contratto discografico e tanti dischi alle spalle non si diventa popstar, suonando progressive rock!

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