Altro centro pieno della Frontiers questi Starbreaker! Almeno e’ questo che verrebbe da pensare ad un primo, superficiale ascolto, in effetti i meriti della label italiana (piu’ che mai leader di settore) ci sono ma leggendo la formazione di questo gruppo ci si rende conto che non e’ poi cosi strano trovarsi di fronte ad un disco di questo livello. Alle chitarre c’e’ infatti l’ottimo Karlsson (Last Tribe), alla batteria troviamo John Macaluso (noto per le sue collaborazioni con Malmsteen ma anche con TNT e Ark), discorso a parte per il nostro Fabrizio Grossi a cui, oltre che il basso, e’ affidata anche la produzione di questo lavoro; ho lasciato volutamente per ultimo il cantante, Tony Harnell (TNT e Westworld) perche’ e’ su di lui, secondo me, che si fonda il successo artistico di questo disco e non me ne vogliano gli altri musicisti coinvolti.
Lo stile inconfondibile del cantante dei TNT marchia a fuoco ogni canzone di questo debutto cosi ben riuscito, Harnell impreziosisce la sua prova dando dimostrazione di una certa versatilita’ unita ad un gusto per la melodia veramente encomiabile. Gia’ il primo brano “Die for you” (dall’incipit piuttosto spiazzante) dà sentore di trovarsi di fronte ad un lavoro superiore alla media, ma e’ con la seconda traccia “Lies” che si scopre la prima hit del disco, un brano dall’appeal decisamente tirato e dal ritornello fantastico per ritmo e melodia, il classico refrain che si stampa in mente gia’ dopo il primo passaggio.
Ma gli Starbreaker non hanno lasciato molto al caso e, poggiandosi su un vigoroso lavoro alle chitarre, tengono alta la tensione del disco con brani sapientemente giocati su equilibri melodici ed aggressivi al tempo stesso. Ovviamente non mancano episodi piu’ rilassati come la bella ballata “Days of confusion” o la piu’ ritmata “Underneath a falling sky”, brani che contribuiscono anche a distogliere la mente da quello che pare essere l’unico punto debole del disco ovvero una certa staticita’ compositiva, elemento piuttosto marginale e facilmente recuperato dal valore stesso delle canzoni.
Insomma un gran disco questo esordio (si fa per dire visti i nomi presenti) degli Starbreaker, bella copertina, ottima produzione, grandi musicisti e, soprattutto belle canzoni, cosa pretendere di piu’? Il mio consiglio e’ di provare a sentire almeno una delle prime tre canzoni dal negoziante di fiducia, sarete rapiti dallo stile del gruppo sicuramente, se poi vi sono piaciute le ultime fatiche soprattutto di Harnell con i TNT non vi serve neppure questo pre ascolto.