Finalmente mi accingo a recensire il demo dei SoulTakers, gruppo del milanese fondato da Francesca e Federica Badalini nel 1998 e che quindi vanta già una esperienza live di tutto rispetto. Dopo numerosi cambi di formazione, con l’attuale line-up il gruppo registra nel luglio 2002 questo promo di tre pezzi, nei quali le ritmiche e l’incisività del metal si immergono in atmosfere tipiche della musica classica e si fondono con esse per dare un risultato decisamente convincente, lontano dai prevedibili clichè del cosiddetto “gothic” o dalla esagerata pomposità di certi gruppi “power” degli ultimi anni. Prima di scrivere questa recensione ho avuto qualche momento di esitazione, poichè quello proposto dai Soul Takers non è propriamente “il mio genere”: ciononostante, le atmosfere crepuscolari e le melodie malinconiche che caratterizzano i brani di “Through the Silence of Words” sono riuscite a catturare l’attenzione anche di uno come me che stravede per Skid Row ed Ac/Dc… quale miglior complimento, quindi? La prima cosa che mi ha colpito è stata la voce di Gianluigi Girardi, potente ed espressiva: il timbro e lo stile mi hanno ricordato moltissimo il grande Messiah Marcolin dei Candlemass. Un’altra cosa che ho notato subito è l’ottima produzione, molto pulita e ben bilanciata, frutto della collaborazione con Lorenzo Caperchi, già fonico di artisti del calibro di Deen Castronovo, Bluvertigo ed Antonella Ruggiero. Mi sono piaciuti, a proposito, anche la stampa del cd e l’artwork, dal taglio professionale e molto ben curato, comprendente inoltre tutti i testi. Tornando ai brani, la sostenuta opener “Desert Dust” mette in mostra l’elegante lavoro di pianoforte di Federica Badalini ed una buona confidenza compositiva d’insieme che rende il brano molto scorrevole pur se ricco di stacchi e ritmiche differenti. La seconda canzone, “The Fakest Jest” è anche la mia preferita: una dolce introduzione porta ad un crescendo di drammaticità e teatralità, supportato da un Girardi molto espressivo e dall’ottimo accompagnamento di pianoforte, sempre presente ma mai invadente. Molto bello anche il lungo solo di chitarra di Francesca, che dimostra ancora una volta come poche note suonate con gusto valgano ben piu’ di una serie infinita di scale a velocità della luce… I primi trenta secondi di “My Infinite” fanno chiaro riferimento agli stacchi tipici del prog(metal): la tecnica dei nostri (notevole anche il lavoro al basso fretless di Andrea Grumelli, in tutto il demo) torna comunque subito al servizio esclusivo della canzone, la piu’ lunga delle tre ed anche la più ricca di cambi di tema e di tempo. Le ritmiche di questo pezzo mi hanno riportato alla mente, per qualche motivo, gli Helstar di “Nosferatu”: l’ossatura metal di base ben convive con le melodie di piu’ ampio respiro ed anche con gli inserti di viola e violoncello che rimandano direttamente alle sonorità tipiche della musica classica. Ancora una volta quindi vorrei sottolineare la fluidità del brano, che scorre piacevolmente per tutti i sette minuti di durata e mette in mostra la consolidata abilità compositiva di Francesca e Federica, autrici della musica di tutti i brani. In conclusione, “Through the Silence of Words” è un lavoro decisamente degno di nota, ben prodotto, confezionato e soprattutto composto e suonato. Complimenti!!

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