Mi sembra ormai evidente quanto la promessa dei Silentivm non sia stata mantenuta. Dopo il bell’esordio “Infinita plango vulnera” i finnici avevano pubblicato il meno convincente “Altum” (seguto da un mini che non ho sentito), ed ora tornano con il loro terzo album, e secondo me hanno perso la strada. “Sufferion – Hamartia of Prudence” vorrebbe essere un concept album molto teatrale, ma non ci riesce.
Innanzitutto l’idea di separare tutte le tracce con stacchetti recitati e’ un fallimento. Non siamo a teatro, sentire un minuto e mezzo (quando va bene) di recitato tra le tracce e’ una noia non da poco (manca la componente visuale, poi non e’ che qua ci sia recitazione di chissa’ quale livello…), ed il dover premere skip per saltare alla traccia successiva tutte le volte non predispone bene all’ascolto. Senza contare che le tracce non sono di certo eccezionali.
I Silentivm continuano a proporci un gothic generalmente molto “operistico” come in passato, con tanti archi, pianoforte, voci femminili e influenze doomeggianti, solo che adesso risultano spesso stucchevoli. E quando si lanciano in pezzi piu’ tipicamente love/suicide metal, come nel caso di “Flame still burns”, sicuramente compiono un lavoro accettabile, ma non sconvolgente. Mi immagino gia’ cosa accadra’, “Flame still burns” e’ il singolone destinato a lanciare l’album nelle classifiche del Nord Europa (non a caso l’album e’ stato prodotto da Tuomas Holopainen dei Nightwish, che se la cava piuttosto bene con queste sonorita’), la band vendera’ un sacco di dischi, la presunta teatralita’ del lavoro apparira’ come estremamente sperimentale nel panorama gothic e si tesseranno lodi all’incredibile concept e all’esperimento della band (ovviamente questo da parte di chi frequenta la “scena” da poco).
In mezzo a tutto questo la banalita’ verra’ lasciata da parte. Io invece dico che la band ha composto dei pezzi orecchiabili (ma che dopo un po’ stancano) e che li ha appesantiti con intermezzi parlati decisamente inutili. Senza contare che nel fare questo sono stati seguiti tutti i luoghi comuni delle produzioni di questo genere, e l’incisivita’ e’ andata persa. Insomma, i Silentivm sono dei bravi artigiani e il prodotto finale non fa pensare “che schifo”, pero’ io piu’ di una sufficienza stretta ad un disco del genere non la assegno. Soprattutto quando dopo diversi ascolti l’unica traccia capace di strappare la mia attenzione e’ stata quella “Heart Unyielding” intarsiata di pianoforti e interpretata da una bella voce femminile, non originale, ma almeno capace di risaltare in mezzo a tutto il resto (che sembra assolutamente inadatto a risvegliare l’attenzione dell’ascoltatore).
Conclusione: se volete prendervi qualcosa di questa band gettatevi su “Infinita Plango Vulnera”, decisamente superiore. Perche’ “Sufferion – Hamartia of Prudence” non e’ male (rileggendo la recensione forse sono stato fin troppo severo, questi ragazzi non sono di certo i nuovi HIM, pero’ il tentativo di commercializzazione del loro sound senza passi in avanti come avrei sperato mi ha indispettito molto), tuttavia in giro c’e’ di molto meglio, e allora mi sembra il caso di dirigersi prima verso quei lidi…

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