Ormai Satriani sta seguendo fedelmente una qualche serie: il ritmo di album studio, album dal vivo, album studio, album dal vivo si sta ripetendo esattamente. E questo nuovo lavoro segue l\’uscita del Live In Paris di pochi mesi fa, dopo una parentesi in studio con il supergruppo Chickenfoot, preceduto dallo studio album Professor Satchafunkilus and the Musterion of Rock. Anche il titolo scelto per il nuovo lavoro in studio è quanto meno bizzarro Black Swans and Wormhole Wizards, quasi a volersi prendere poco sul serio. La formazione cambia ad ogni album eccezion fatta per il sempre presente Jeff Campitelli alla batteria; troviamo invece al basso Allen Whitman e alle tastiere Mike Keneally.

Produzione a parte le undici tracce contenute in BSAWW sono abbastanza eterogenee, dimostrando la voglia del Satch di muoversi tra generi musicali anche molto differenti tra loro, senza snaturare il proprio stile. Sperimentazione è la parola che mi è balzata subito in mente, ma non la sperimentazione esagerata di Engines Of Creation. Il menù prevede un tocco di blues dal sapore retrò in Littleworth Lane, il rock più sfrontato in Premonition, Light Years Away e in Pyrrhic Victoria classicissimi brani in pieno stile Satriani, all\’intermezzo malinconico di Solitude.
Il menù prevede anche atmosfere esotiche in The Golden Room, il pezzo in assoluto migliore del lotto, in cui la fanno da padrona le percussioni di Campitelli, un ritorno alla sperimentazione in Wormhole Wizards.
Il buon Joe non lascia spazio, spiazza l\’ascoltatore da un brano all\’altro ma l\’effetto finale è però non perfettamente riuscito. Black Swans And Wormhole Wizards non è un lavoro che lascia il segno, ma che piuttosto conferma la versalità del Satch. Come se ce ne fosse bisogno.

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