Ex “Scarlet Skay” i S.y.n.a.p.t.i.c., dopo svariati cambi di line-up e di stile (un tempo suonavano power-prog), producono nei mesi di Settembre e Ottobre del 2002, il primo “A Drowning Peace For A Dreamer’s Death” con l’intento di portare avanti un gruppo negli anni a venire. Lo ammetto già da ora; un demo autoprodotto del genere, dalla produzione ottima (Potemkin Studios di Andrea Mei), dall’ottimo artwork è una cosa rara, quindi un ottimo biglietto da visita. Quando poi, inserito il disco nel lettore, ci si accorge che anche la qualità della musica in esso contenuta è ottima, non si può far altro che sperare in un futuro roseo per questa giovane band. Ma torniamo a noi, la proposta di questo sestetto è un death metal assai debitore al thrash con qualche divagazione elettronica (anche se risulta essere un po’ distaccata dalle composizioni). Quattro scheggie di death metal farcite da un songwriting maturo (sembra quasi che abbiano anni di esperienza e invece…), da un’ottima tecnica con tanto di cambi di tempo, brevi influssi elettronici, ottime aperture melodiche e assoli davvero di buon gusto. “Scream Silence”, uno straziante urlo nel silenzio sorretto da riffs semplici e corposi su cui si innestano brevi incursioni nell’elettronica (quasi in sottofondo) serve quasi come biglietto da visita per un gruppo davvero promettente. Un breve interludio interamente suonato al synth ci introduce alla seguente “My Darkest Mood”, molto più violenta rispetto alla precedente, nella quale ritroviamo addirittura due ospiti illustri quali Lorenzo Morresi e Stefano Woltz degli Edenshade! Tanto irruente nella sua violenza quanto riflessiva nei suoi passaggi più malinconici lascia presto spazio alla conclusiva “The Final Chant”. Un ultimo canto in cui la voce di Federico si fa a tratti più cupa e sofferente regalandoci un brano che, vuoi per il suo groove molto accattivante, vuoi appunto per la bravura dei nostri, risulta essere il pezzo forte del demo! A questo punto vediamo i difetti, anzi l’unico difetto di questo “A Drowning Peace For A Dreamer’s Death”; perchè non far convivere in modo più incisivo death metal e musica elettronica? Detto ciò mi ritrovo comunque in possesso di un buonissimo prodotto quindi non posso fare altro che consigliarvene l’ascolto.

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