“Doomsdaylight” è il debut dei Rutthna, gruppo svedese nato da Dennis Ekdahl e J. Kristensson già batterista dei Thyrfing, che qua si dedica a voce, chitarra e basso. Questo progetto, nato nel 2003, porta oggi alla luce un album che raccoglie cinque brani inediti e due estrapolati dal demo “Decomposing Eve”. Quello che viene proposto dai due musicisti è un black metal istintivo, diretto, ma reso molto personale da inserti epici che rendono il risultato abbastanza tipico e già al di sopra della media. La differenza tra i primi pezzi presenti, quelli nuovi e gli ultimi due sta soprattutto nella cura maggiore che pare esser stata data alla complessità del riffing e alla minor ruvidità dei brani. Gli esempi migliori si trovano proprio nelle creazioni più recenti,come “Bleed Your Wounds” tutta giocata su mid tempo o “Daughter Of Chaos”, una spanna sopra gli altri. Anche laddove si inseriscono per brevissimo tempo i synth l’atmosfera non è mai quella barocca di un certo symphonic black e le canzoni mantengono melodie sempre piuttosto oscure che non sconfinano nel puro epic o nel death, anche se qua e là si sentono venature del death scandinavo.
Come debut questo “Doomsdaylight” fa ben sperare per il duo svedese, che dimostra di padroneggiare con sicurezza un black semplice ma efficace, basato su un riffing molto ispirato, che non si sofferma su partiture articolate, ma è sempre ricco di sfumature sulfuree. Uno degli aspetti più convincenti di “Doomsdaylight” è proprio l’atmosfera generale creata dalle sette canzoni: densa, cinerea, carica di presagi negativi. Un gruppo da ascoltare perché potrebbe rivelarsi molto gradito agli affezionati del black più canonico, a tratti depressivo, ma non per questo scontato.

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