Quando ho letto il flyer allegato al demo dei Pink Lizard mi è quasi venuto un colpo, vedendo nominate band del calibro di Tesla, Enuff Z’Nuff, Cinderella, Aerosmith, G’n’R, Van Halen, Thin Lizzy eccetera. Tuttavia, già al primo ascolto ho dovuto rilevare, non senza un certo disappunto, che di molte delle band citate, nei cinque pezzi del demo, non si trova la benchè minima traccia. Più che alle melodie “alla Donnie Vie” o al blues dei Cinderella infatti i Pink Lizard sembrano spesso rifarsi (pericolosamente) più a certo punk-rock degli ultimi anni: specialmente per quanto riguarda il cantato, che più che allo sboccato rock’n’roll di un Vince Neil rimanda a molti dei cantanti che si sentono oggigiorno sulle radio “alternative”. Le influenze hard rock anni ’80 comunque, pur se di certo non così evidenti come dichiarato dalla band, si ritrovano effettivamente qua e là nel demo. Ad esempio si possono citare i tocchi chitarristici chiaramente Vanhaleniani (come a 0:31) della discreta opener “Heartache”, oppure la bella “Bastards” (forse la canzone più convincente del lotto), accostabile per certi versi ai Guns di “Garden of Eden”. Convince abbastanza anche “What I Feel”, dal riff un po’ alla “Big Gun” e dalla linea vocale piuttosto azzeccata; non male anche “I Hate”, pezzo cadenzato che sicuramente dal vivo renderà molto meglio che su cd, in virtù del singalong potenzialmente coinvolgente. La canzone che meno mi è piaciuta è “Another Town”, soprattutto per il cantato davvero troppo cantilenante, al limite del fastidioso. Ecco, probabilmente uno dei versanti sui quali credo ci sia ancora da lavorare è proprio la voce e la scelta delle linee vocali: a mio avviso su dei pezzi come questi suonerebbe molto, molto meglio un cantante dal timbro più caldo e dall’impostazione decisamente più blues. Così come sono adesso infatti, le linee vocali latitano di personalità e non si dimostrano molto ben amalgamate nel contesto, se si esclude la ben riuscita “Bastards”. Bene invece il chitarrista, Mauro Rosina, che propone alcuni assoli davvero ben fatti ed in generale se la cava sempre con disinvoltura riuscendo anche ad avere un buon groove. Discreta la qualità della registrazione: si sente che è un demo, ma almeno i suoni sono puliti e i volumi ben bilanciati. In definitiva, una sufficienza piena a questo primo demo: con delle linee vocali diverse e con un po’ più di esperienza a livello di arrangiamenti credo che i Pink Lizard possano davvero sfornare qualcosa di interessante in futuro. Forza quindi, il mondo ha bisogno di rock’n’roll!

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