I Nalvage sono una realtà dell’underground napoletano. Formatisi nell’Autunno del 2002 si sono già esibiti in diverse date live, accompagnando gruppi quali Necrodeath e Infernal Poetry. Le quattro canzoni proposte in “ Idiosyncratical Armageddon” nascono da riff death metal molto articolati, continuamente arricchiti e resi più complessi da studiatissimi cambi di tempo, passaggi intermedi e una struttura mai statica, che muta ad ogni istante, ritornando raramente su partiture precedentemente presentate. Il tutto è reso aggressivo da una voce molto profonda e sporca e da sferzate brutali alle chitarre. Sicuramente una proposta del genere richiede diversi ascolti perché una struttura così intricata non può essere recepita al primo impatto, ma questo aspetto non fa che rendere le canzoni più intriganti del solito. Fra i pezzi meglio riusciti sono da segnalare “H.F.G” con il suo procedere più massiccio e “Theuthian” grazie a un motivo centrale che ritorna in modo quasi ipnotico. All’intreccio musicale poi viene fatto corrispondere un difficile concept filosofico, tutto basato sulla trascendenza dell’essere che sembra provenire da un eccentrico e interessante sincretismo mentale, che studia la consapevolezza dell’io in uno sviluppo dallo stato di “coscienza”, “pazzia”, “trascendenza” e infine “oblio”. L’unico calo di questa prova sembra essere visibile nel brano di apertura, eccessivamente disarmonico e per questo troppo arduo da penetrare. In definitiva, come prova su corta distanza, i Nalvage si sono dimostrati già molto maturi, sia musicalmente grazie alla capacità di intessere trame davvero personali, sia concettualmente, districandosi in argomentazioni non alla portata di tutti (o comunque, non di comune riflessione). Da lodare anche la serietà con cui è stato presentato il lavoro, attentamente curato nella grafica oltre che nel supporto. Adesso non ci resta che aspettare la prova su lunga distanza dei quattro ragazzi.

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