Il mio sogno s’è avverato, un gruppo black proveniente dalla calda Gerusalemme! Non è assolutamente uno scherzo e, nonostante l’originalità dal punto di vista geografica, i Melechesh possono anche essere definiti originali dal punto di vista musicale dato che, nel loro sound definito da loro stessi mesopotamian black metal, forti sono le influenze della loro terra natia, sia dal punto di vista lirico che (soprattutto) da quello strettamente musicale.
Riff taglienti e marcissimi che pescano a piene mani dal thrash di un tempo e strutture musicali semplici ma d’effetto condite qua e là da innesti musicali folkloristici rappresentano il punto forte, ed anche il punto debole però, di “Sphynx” (ovvero sfinge). Sin dalla prima traccia i nostri ci vomitano addosso tonnellate di cattiveria dimostrando buona tecnica, ma scadendo in alcune parti un po’ noiose.
L’assalto frontale della prima “Of Mercury and Mercury” è devastante e molto gradevoli sono le variazioni melodiche presenti nei suoi quasi 7 minuti di durata; una delle canzoni migliori dell’intero disco! Maligni sono i cori (se così possono essere chiamati) presenti in sottofondo nella seguente “Secrets of Sumerian Sphynxology” costruita su una base di riff molto accattivanti anche se, alla fine, risulta essere un po’ monolitica e quindi stancante.
Di inaudita violenza e velocità è la seguente “Annunakts golden thrones” ricca di break e stop’n’go, e rallentamenti vari che altro non fanno che giovare, soprattutto in un disco black.
Si prosegue così, fra vari richiami ai mitici Darkthrone e citazioni (a livello liriche) a demoni , dei ecc… La componente folkloristica (musicale) arriva tardi, solo alla settima traccia. A giudicare dalla qualità, premettendo che di musica popolare israeliana non ne so assolutamente nulla, è un vero peccato perchè potrebbe essere tranquillamente la musica di una messa nera vista l’atmosfera che riesce a ricreare! Dopo questa breve, ma buona, parentesi si riparte in quarta sino all’ultima strumentale, in cui i nostri cercano di far convivere il metal con brevi accenni di musica popolare, ottenendo così degni risultati e soprattutto dimostrando che avrebbero potuto applicare maggiormente questa formula all’interno dell’album!
Poco male, i risultati così ottenuti sono davvero buoni e soprattutto c’è la speranza in un futuro migliore!

Insomma “Sphynx” è un buon disco di black metal che farà gola a tutti gli amanti della fiamma nera ma anche a chi cerca un po’ di originalità (senza eccedere comunque)!
Dimenticavo, nel disco è inoltre presente una traccia dati contenente il sito del gruppo (dove troverete informazione sull’oom e sulla nascita della cultura mesopotamica) e il video “Genies, Sorcerers and Mesopotamian nights” tratto dal precedente “Djinn”

Eugenio Morra

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