Medea è una figura mitologica greca. Di lei si parla in svariate opere, perlopiù di Ovidio. Particolarità di questa figura è che ha una differente personalità in ogni opera in cui di lei si parla. E ciò è come dire che non ha personalità. Pei i Medea, formatisi in Piemonte nel 2003, il discorso è per molti versi simile. Nati come cover-band di rock italiano, decidono poi di dedicarsi alla produzione di inediti. Le influenze da cui partire sono numerose, ma prevalgono su tutti il primo Ligabue, gli Afterhours, i Negrita e soprattutto i Litfiba, di cui il cantante cerca costantemente di imitare un timbro troppo personale per essere imitato. I testi non sembrano particolarmente ispirati , ma sono perlopiù le linee vocali ad essere carenti, ed è a questo che credo debbano porre più di un occhio di riguardo. Dicono di non avere primedonne ma io sento una voce a volumi altissimi ed una chitarra che non sta mai zitta, facendo assoli ogni trenta secondi. I pezzi migliori sono sicuramente “56 ore”, “Colpo su colpo” e “La mia mente”, che non sono tuttavia in grado di risollevare le sorti di questo anonimo CD.

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