I Lucid Dream sono una band genovese e questo “The Eleventh Illusion” è il loro secondo lavoro su lunga durata. I nostri propongono un prog a cavallo tra metal e hard rock, dimostrando di aver imparato alla perfezione la lezione dei maestri Rush.
Fin dalla prima traccia Evolution (escludendo l’intro The Gates Of Shadow), si capisce subito che i Lucid Dream ci sanno dannatamente fare. Ottimo il groove creato da una robusta sezione ritmica e sicuramente positive le parti vocali, col cantante Alessio Calandriello artefice di una prestazione convincente, sia nei momenti più aggressivi che in quelli più melodici. Sicuro protagonista anche il chitarrista Simone Terigi che fa graffiare a dovere la sua 6-corde e si produce in un superbo assolo.
I brani di “The Eleventh Illusion” colpiscono per la bravura dei musicisti e per il suono pulito e potente che i Lucid Dream sfoderano per tutta la durata dell’album. Brani d’impatto come Leave Me Alone o Back To Cosmos 11 ci mostrano la faccia più aggressiva e diretta della band senza però trascurare quelle progressioni e finezze musicali che contraddistinguono il sound dei nostri.
Non mancano evidentemente anche episodi più rilassati, come il lento River Drained dal sapore settantiano, impreziosito dalla presenza di un delicato sax, o la sofferta Two Suns In The Sunrise, in cui si mette in evidenza il cantante Calandriello, grazie ad una prestazione davvero sentita. Né potevano mancare episodi marcatamente progressivi come la lunga The Lightseeker, ricca di umori e cambi di atmosfera, pur mantenendo un impatto marcato. Ancora una volta splendido il lavoro del chitarrista Terigi. Notevole anche la potente Black, che alterna momenti soffusi a sfuriate metalliche, con un groove assolutamente figlio dei ’70.
“The Eleventh Illusion” si rivela quindi un album completo che ci presenta una band giovane ma già capace e sicura dei propri mezzi. A voler trovare il pelo nell’uovo, forse uno snellimento di certe parti strumentali, avrebbe potuto innalzare ancor di più il valore del disco, rendendo più fruibile l’intero ascolto. Piccoli dettagli, piccole parti da limare, che potrebbero in futuro far aumentare il potenziale già alto dei Lucid Dream. Per adesso va benissimo così.

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