It’s only rock and roll!
Con questa breve frase è possibile riassumere il contenuto di “Hellraiser”, nuovo capolavoro degli svizzeri Krokus. Da ormai trenta anni questi abili musicisti sfornano dischi senza un attimo di sosta, tutti comprendenti grandi hits ed “Hellraiser” non n’è certamente da meno. Abbondanti melodie, ottime linee vocali e riff di prim’ ordine fanno da sfondo ad un disco che farà parlare moltissimo di sé.
L’opener che dà il via al platter rappresenta uno dei migliori episodi in ambito hard rock mai scritti in questi ultimi anni grazie a linee vocali e riff di chitarra che ricordano tantissimo gli AC/DC ma con quella marcia in più che i fratelli Young sembrano aver perso da un po’ di tempo a questa parte. Nonostante l’influenza della band australiana sia sempre viva all’interno di quest’album (basta sentire la successiva “Too wired to sleep”) i nostri sono autori d’episodi davvero singolari e semplicemente geniali come “Hangman” o ancora “Angel of my dreams” che ricorda in alcuni suoi passaggi gli Uriah Heep. Si riprende ancora con riff assassini alla AC/DC con “Fight On” si passa alla dolcezza e alle ottime melodie di “So long”, altra semi ballad emozionante con un Mandy Meyer alla chitarra dannatamente ispirato. Non mancano i richiami alla NWOBHM e “Spirit of the night” e la finale “Rock Off”, con una doppia cassa martellante per merito di Stefan Schwarzmann, accostano la band ai Judas Priest e i Saxon mentre si ritorna su territori maggiormente melodici con le restanti “Midnite Fantasy”, “No risk no gain”, “Turning inside out” e “Take my love”.
“Hellraiser” conferma ancora una volta le qualità musicali della band. Un album che farà la gioia di tutti gli amanti del rock and roll, un album che con le sue melodie saprà catturare moltissime persone aggiungendo probabilmente un buon numero di “seguaci” alla già nutrita schiera di fan che seguono da anni i Krokus.