Una volta tanto possiamo parlare di un disco con una buona personalità.
Gli In Grief hanno le idee molto chiare e pur non essendo quelle per così dire più ricercate sul mercato le portano avanti con un buon riscontro.
Norvegesi, si dilettano in un Death Metal con grandi inserti musicali che li avvicinano al prog metal. Miscelano nelle loro song cori lontani, clean, o assoli di chitarra pesantissima su sottofondi di keys e sinth, a creare atmosfere che bene possono essere associate agli argomenti dei brani.
Si perchè questi cinque musicisti perseguono un un Death Metal cristiano, e nelle loro song condannano pesantemente chi, a causa della società che ci circonda abbandona la fede(Modern Truth), così come è forte il disprezzo per le guerre e il fanatismo portato avanti dagli estremisti islamici (Invited War).
Le song sono mediamente molto lunghe, e si fanno notare come detto per la loro varietà… sono pervase di ritmiche anni ’80 miscelate a tocchi di progressive.
“Invited War” si apre con quello che purtroppo tristemente si sente ogni giorno in molte parti del mondo, ovvero i rumori di persone che passeggiano in allegria prima che accanto a loro esploda una bomba. Eì questo il modo migliore per i nostri di iniziare una condanna del fanatismo islamico in quella che forse è la canzone che meglio rispecchia l’attitudine e la tecnica di questo nuovo gruppo. Il growl è incessante ma sempre comprensibile, per meglio far comprendere il contenuto assolutamente studiato e ponderato degli ottimi testi. le chitarre qui sono pesanti ed accompagnano a meraviglia il cantato, mentre le keys creano aloni di tristezza quà e là. Ottimi gli assoli strumentali, mai banali e boriosi.
Notevolissima anche la lunga conclusiva “Weak”, oltre dieci minuti in cui il suono della band si volge più verso il death puro, e il black, con un singer indiavolato, in grado di variare più volte la tonalità della voce, in un turbinio di aggressività e grinta, con cori vocali sintetizzati alla Pink Floyd a fare da contraltare alle affermazioni singer.
Qui l’armonia si fa decisamente più decisa e compatta, non lasciando più alcun dubbio sulle reali doti dei musicisti in questione, che ci lasciano con un buon senso di soddisfazione. Nota di merito per le chitarre e il basso, che si sviluppano su più piani, intersecandosi e lasciandosi a intervalli irregolari fino alla definitiva esplosione in un lunghissimo assolo tecnicamente molto valido ma ben inserito nel contesto. Bellissima l’esplosione finale dopo una pausa mistica e paradisiaca. Splendido.
Nota di merito il buon lavoro di presentazione del cd, con artwork coerente e particolareggiato.
Non tutto il Death viene per distruggere?