Nel panorama metal sardo c’ è una moltitudine di gruppi che rimane ancorato a una realtà esclusivamente locale, a mio parere perchè il livello è piuttosto bassino, sarà perchè non ci sono spazi dove suonare ma sta di fatto che di gruppi validi non ce ne sono. O meglio non ce n’erano, perchè da quando gli Holy Martyr hanno pubblicato i loro demo hanno subito messo in evidenza l’ottima musica e le ottime capacità tecniche. In occasione dell’uscita del loro secondo album ufficiale ho fatto due chiacchere con il portavoce del combo.

Ivano, inizierei chiedentoti un breve resoconto della storia del gruppo.
Il gruppo bene o male inizia i suoi passi a metà degli anni ’90, proponendo le proprie composizioni in maniera rudimentale, spesso senza l’ausilio di una voce dietro al microfono. Dopo svariati cambi di line up solo dal 2000 in poi la band è riuscita a creare qualcosa di più serio, producendo tre lavori autofinanziati, suonando all’estero con una manciata di canzoni prese dai demo e ritagliandosi un grosso supporto. Dopo un contratto con la DragonHeart gli Holy Martyr hanno dato alle stampe ben due album in due anni, di cui Hellenic Warrior Spirit è la nuova fatica.

Quali sono i gruppi che più di tutti vi hanno influenzato?
Iron Maiden su tutti e aggiungerei Black Sabbath e probabilmente i vecchi Metallica. Sono i gruppi che ascoltavamo da ragazzini e sono quelli che ancora io prediligo, mi fanno tornare a quello che ero un tempo, sarà per questo suoniamo sempre abbastanza coerenti stilisticamente nel tempo.

In Hellenic Warrior Spirit, avete inserito solo 3 vecchi brani, mentre nel precedente era il contrario. Ciò che ho notato è che i pezzi nuovi e vecchi sono perfettamente amalgamati come se questo tipo di musica l’abbiate nel sangue e nel cuore.
Finalmente qualcuno che fa questa osservazione!!! Solitamente ci sono quelli o che preferiscono in maniera netta la seconda ‘parte’ del disco o altri che trovano i primi brani più avvincenti, probabilmente i primi perché conoscevano le versione in ep ed i secondi perché poco propensi ad ascoltare canzoni più atmosferiche. Per me questo è un disco da ascoltare in modo intero, come un libro, con capitoli diversi, non avrebbe senso se tutte le canzoni fossero uguali. Siamo comunque sempre in linea con un tipo di marchio di fabbrica, presente nei demo, nel primo album e in tutte le canzoni di Hellenic Warrior Spirit.

Cosa vuol dire suonare metal in terra sarda?
Nessuno me ne voglia, ma significa avere più palle degli altri. Non abbiamo le stesse possibilità, sia geografiche che economiche per poter seguire un progetto serio con la musica. Vivere in Sardegna ti tempra, ti fai le ossa e stai coi piedi per terra, perché per anni non hai avuto niente sotto le dita. Attualmente siamo tutti a Milano, ma non ci siamo dimenticati del sudore e dei sacrifici del passato.

Parliamo dei testi che vertono sempre su tematiche storiche o fanta-storiche. Pensi tratterete sempre questi temi, e che attinenza hanno con il mondo di oggi?
Spesso e volentieri ciò che descrivo con tematiche riferite al passato sono il riflesso di quello che mi circonda e spesso c’è un po’ di autobiografia. Le emozioni ed i pensieri personali si adattano bene a temi storici o di guerra, spesso drammatici o comunque abbastanza realistici. Continueremo a fare qualcosa di storico si, o comunque, qualcosa che ti faccia andare oltre alla realtà attuale, magari sognare, pensare a qualcosa che non sia la solita solfa della vita moderna un po’ tendente al grigio.

Passiamo sul personale ora. Quanta fatica ci vuole per emergere dal sottosuolo musicale, continuando a fare la vita di tutti i giorni?
Molta, tanta fatica, io ci ho messo anni ed anni di sogni ed illusioni, sin da quando avevo 18 anni. Siamo stati abbastanza fortunati ad avere Internet al momento giusto, ad aver avuto un seguito impensabile per una band alle prime armi e per aver trovato una label come la Dragonheart, cosa abbastanza difficile da trovare al giorno d’oggi. Sicuramente bisogna essere anche bravi…non basta solo la fortuna. Tutto questo non ha comunque cambiato la mia vita, continuo a fare lavori poco remunerativi con umiltà e a chiedere le ferie le poche volte che suoniamo all’estero. E’ faticoso si, ma sei ripagato dall’entusiasmo e dalla voglia di lasciare qualcosa a chi ti segue.

Sul fronte attività dal vivo come siete messi? Pur essendo sardo, vivo a Torino, e difficilmente vi vedrò in Sardegna, avrò la possibilità di vedervi in suolo Piemontese o nel Nord Italia in generale?
Beh…nel Nord Italia penso sarà fattibile, dipende un po’ da tanti fattori, da chi organizza i concerti e nel trovare le persone giuste. A Torino sarebbe bello suonare, non conosco molto la scena del luogo e come bene sai ogni concerto deve essere ben ponderato o rischi di non vedere nessuno sotto il palco. Saremo comunque presenti al Play It Loud di Brescia il prossimo Febbraio.

Quali sogni di gloria avete?
Nessuna ambizione particolare, va bene anche così, è divertente suonare ogni tanto e fare un buon disco. Non nego che mi piacerebbe dividere il palco con qualche band ‘grossa’ e avere una fetta di pubblico più ampia, ma non cambierebbe di tanto quello che già facciamo. Vivere di musica è praticamente impossibile al giorno d’oggi, non prendo nemmeno in considerazione questo sogno.
9. Ivano, ti lascio uno spazio per dire quallo che vuoi, pubblicizzare il disco o altro. Da ragazzino scoprivo molte nuove band andando a caso, magari solo guardando la copertina, a quel tempo non c’erano gli Mp3…mi piacerebbe che per gli Holy Martyr fosse così, che qualcuno ci desse la fiducia in base alla curiosità, non è facile comprare un disco a occhi chiusi, ma magari nel nostro caso potrebbe essere una scelta azzeccata.

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