Finalmente giungono al terzo album i francesi Heavenly. Generalmente il terzo album viene visto come la prova del fuoco per un gruppo e forse per questo motivo il gruppo ha deciso di cimentarsi in un concept più impegnativo dedicato ai vampiri. La band d’oltralpe aveva promesso un album più aggressivo e più sinfonico dei precedenti. Obbiettivo centrato? Assolutamente sì.
Tutto viene pompato: dall’uso delle chitarre, veloci e aggressive, a quello delle tastiere, sempre presenti, alla batteria trita ossa con un bellissimo suono molto corposo. Più violenza sonora in tutto e per tutto quindi.
Sicuramente questo è il lavoro più maturo e personale anche se sono sempre presenti riferimenti a gruppi quali Gamma ray, Stratovarius, Rhapsody, Angra e Edguy ma Ben Sotto ha dato una ripulita per cercare di creare qualcosa di meno dipendente dalle altre band. Già l’interpretazione canora di Ben risulta molto più convincente che in passato rendendola più ruvida, grezza e cattiva nonostante siano comunque presenti anche i suoi caratteristici acuti evitando però di imitare Kiske.
Il concept è suddiviso in tre capitoli principali.
Nel primo capitolo verreti travolti dall’aggressività di Evil e dalla dirompenza di “Lust For Live”, in cui sono presenti dei cori assolutamente spettacolari, molto debitori agli Edguy/Avantasia. Un intro di pianoforte e voce ci fa pensare a una ballata nella successiva “Victory”, ma è solo la calma prima della tempesta. Il brano prosegue veloce e potente come non mai.
Nel secondo capitolo si continua a macinare riff hanseniani e atmosfere “holliwoodiane” con “Illusion Part II”, mentre “Keepers Of The Earth” mi fa pensare ad un incrocio molto violento tra Stratovarius e Helloween. La successiva “Miracle” dovrebbe essere la nuova versione del brano apparso nel demo. Dico dovrebbe perchè l’hanno quasi stravolta mantenendo solo la linea generale del brano. Nel demo era molto più semplice e d’atmosfera e diciamo la verità, piuttosto anonima mentre qui è molto più complessa e varia, in tema con la violenza sonora dell’album. Una trasformazione in meglio veramente notevole.
Carina e più semplice nella struttura, ossia meno chitarroni e più atmosfera in “Fight For Deliverance”, prima traccia del capitolo conclusivo. Mentre la strumentale “Hands Of Darkness” è forse il brano più anonimo dell’album cui fanno seguito la cavalleresca “Kingdom Come”, sempre sorretta da atmosfere rhapsodiane e cori Edguyiani, e la lenta titletrack “…Dust To Dust”, che si rivela non troppo interessante.
Sono rimasto particolarmente colpito dal netto miglioramento del gruppo sia in sede compositiva che esecutiva e di arrangiamenti. Penso che abbiano raggiunto il loro massimo con questo violento album. Non penso potranno superarsi nel successivo.
Un gran bel lavoro nonostante gli Heavenly per realizzare i loro album abbiano bisogno di quelli di altri gruppi. Insomma miscelano egregiamente gli ingredienti prendendo un po’ da questo e un po’ da quel gruppo, compresi i titoli delle canzoni. Ad ogni modo sempre efficaci.