Simone Fiorletta è una delle migliori asce italiche in ambito progressive metal, questo è fuori da ogni dubbio. I suoi progetti (dai superlativi Moonlight Comedy fino ai suoi dischi da solista) si muovono su coordinate estremamente fantasiose e di grande impatto, cosa che si ripete piacevolmente con il progetto No Gravity. Accompagnato da una lineup di tutto rispetto in cui spiccano l’amico Andrea De Paoli (Labyrinth) alle tastiere ed il bassista Andrea Casali (Astra), Simone dà vita ad un lavoro complesso e complicato, ma al contempo fruibile e, soprattutto, onesto.

La formula è quella di un lotto di pezzi cantati da interpreti differenti come Fabio Lione (Rhapsody Of Fire, Vision Divine), Roberto Tiranti (Labyrinth, Vanexa), Mark Basile (DGM), Michele Luppi (Thaurorod, ex-Vision Divine), Andy Kuntz (Vanden Plas) ed Emiliano Germani (Moonlight Comedy), mentre la band rimane sempre la medesima ad intessere tappeti strumentali decisamente degni di nota. Naturalmente vedere questo parterre di nomi comparire sullo stesso disco mette i brividi per una parata di cantanti da urlo e, in effetti, ogni singola voce si amalgama perfettamente alle ambientazioni sonore dei No Gravity.

Parlando della proposta musicale attorno alla quale il progetto si muove, Worlds In Collision presenta una corazza di puro prog metal di classe con intarsi che migrano sia a favore di sonorità più dure e cupe che in direzioni più melodiche ed ariose. Tale varietà nel songwriting non sfocia mai nella confusione o nel disorientamento, rendendo l’ora abbondante di durata dell’album molto gradevole.

Se vogliamo, però, l’unica pecca riscontrabile nell’esordio di questo progetto è quella dei suoni, talvolta non troppo all’altezza, che penalizzano in particolare la sezione ritmica riducendo in parte l’impatto delle porzioni più pesanti dei vari brani.

In base a ciò che si può ascoltare all’interno del debut album, i No Gravity si presentano come una realtà solida e capace, nonché conscia dei mezzi a disposizione derivati da una professionalità consolidata negli anni. Per il futuro l’augurio è quello di correggere il tiro a riguardo della produzione in quanto altri difetti non sono assolutamente riscontrabili in un disco come Worlds In Collision.

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