Anno prolifico di uscite questo 2010, all\’appello non mancano nemmeno gli scavatori di fosse di Chris Boltendhal con The Clans Will Rise Again, un titolo atto a voler sottolineare che loro sono sempre quì tra noi da trent\’anni a questa parte, senza mai fermarsi.

Tra alti e bassi i Grave Digger si sono sempre contraddistinti per un power cupo e formula rodata non si cambia; il nuovo album è pertanto in piena e consolidata tradizione Grave Digger, nessuna variazione sul tema, tranne forse la voce di Chris che migliora con il passare del tempo, come un buon vino corposo. Non cambia di una virgola nemmeno la produzione, con suoni sempre oscuri, che sostengono alla perfezione l\’ottima sezione ritmica capitanata dal sempre bravo Axel Ritt alle chitarre, cui si uniscono Jens Becker al basso e Stefan Arnold alla batteria.
Si parte col pomposo intro Days Of Revenge, con un bell\’effetto di cornamuse, effetto presente anche nell\’ottima Highland Farewell e nell\’intermezzo The Piper Mcleod, per passare subito alla veloce aggressività, tipica del gruppo tedesco, con Paid In blood. Ma questo è solo l\’inizio perchè Chris & Co. non danno tregua in Hammer Of The Scots, nell\’affilata Rebels, nell\’omonima The Clans Will Rise Again, il loro nuovo inno di battaglia. Siamo un po\’ sottotono in Execution e in Whom The Gods Love; altro efficace brano è il grintoso Coming Home che anticipa la bruttina ballata conclusiva When Rain Turns To Blood.
Tutto sommato il ritorno dei Grave Digger, a un anno di distanza dal precedente ballads Of A Hangman, non rivela nulla di nuovo nella carriera del gruppo di Boltendhal, che pertanto piacerà a chi ha sempre gradito la loro musica, ma non farà guadagnare nuovi sostenitori. Sicuramente è un disco ben fatto, ben suonato, ben arrangiato, non all\’altezza di grandi classici come Heart Of Darkness, ma comunque un bel lavoro.

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