Atteso nonchè graditissimo ritorno quello degli Evergrey, svedesi, che con la loro proposta di progressive metal oscuro dalle venature dark, si sono guadagnati (giustamente) una buona fetta di pubblico. Era il 1999 quando ci regalarono quel piccolo gioiello a titolo di “Solitude Dominance Tragedy” (dopo il trascurabile seppur buono “The Dark Discovery”) il quale stabilì subito le coordinate degli Evergrey, quelle coordinate che oggi hanno fatto la loro fortuna. L’odierno “Recreation Day” non cambia le carte in tavola, è bene dirlo, ma è comunque simbolo di una maturità aquisita con il passare degli anni grazie ai quali oggi, i nostri, possono vantare di una notevola tecnica strumentale e di un songwriting molto personale ed introspettivo.
Il tema portante di “Recreation Day” è la morte, tema malinconico e riflessivo quindi, come per ogni band svedese che si rispetti.
L’apertura del disco è affidata alla possente “The Great Deciver” brano che, a causa della sua struttura tipicamente prog (diciamo alla Dream Theater), riesce a farci temere cambio stilistico da parte del gruppo… ma già dal secondo brano tutto ciò viene smentito. L’intero disco, come sempre, posa su basi ritmiche serratissime (a tratti sembra di ascoltare i Nevermore) sorrette da chitarre mastodontiche (tanto che, unica pecca di quest’album, a volte coprono troppo alcuni arrangiamenti e linee vocali molto particolari) che spesso si interrompono per regalare all’ascoltatore stacchi melodici con venature dark in cui tastiere, chitarre acustiche e la particolare voce di Englund a regalarci veri e propri brividi di piacere.
Il disco scorre nei suoi 60 minuti in maniera sublime, riuscendo a non cadere mai in momenti banali (che serva di lezione alle centinaia di progressive band!), adottando la formula del brano diretto, potente ma allo stesso tempo suggestivo. Così non avremo mai una canzone lunghissima ed estenuante in cui si sprecherebbero virtuosismi e cazzate varie, ma canzoni brevi (per il genere si intende) che si fissano in un batter d’occhio nelle nostre menti malate.
“As I Lie Here Bleeding”, “Recreation Day”, la stupenda ballad “I’m Sorry” con quel dannato ritornello che vi perseguiterà per giorni e giorni (che poi è una cover dello svedese Dilba), l’evocativa “Fragments” e la minimale “Madness Caught Another Victim”, solamente chitarra e voce, varrebbero da sole l’acquisto del disco ma i nostri sanno regalarci anche momenti più “virtuosi” (in classico stile progressive metal) anche per la gioia dei progster più tradizionalisti come ad esempio in “Visions” ed in “Blinded”.

In caso non si fosse capito ho apprezzato davvero molto questo disco (così come il precedente “In Search Of truth”) e sono sicuro che un domani possano regalarci un vero e proprio capolavoro. Che gli Evergrey siano i fratelli minori dei grandiosi ed unici Pain Of Salvation? Staremo a vedere, questo “Recreation Day” resta comunque un gran bel disco da avere!

Eugenio Morra

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