Gli Ensoph crescono a suon di consapevolezza, consistenza e maturità. Se il già buono ‘Project X-Katon’ aveva, infatti, scandito un passo in avanti nel modus operandi della band tricolore, la nuova creatura restituisce al pubblico una formazione tanto solida quanto inattaccabile, competitiva con gli ascolti che il circuito internazionale offre attualmente e pronta, dunque, per la definitiva consacrazione. I passi in avanti sono pesanti e numerosi e, una una volta inserito il lavoro nel lettore, balzano immediatamente all’orecchio dell’ascoltatore più attento.

La sensazione immediata, complice anche una produzione a cinque stelle, è quella di trovarsi al cospetto di un lavoro incredibilmente denso, pieno e carico come la tradizione cyber-goth impone. Ogni spazio, fessura e cavità acustica appare riempita con maestria e profondità grazie ad un songwriting sempre attento e mai banale. E’ così che quel sound volutamente ingolfato che ha da sempre caratterizzato la band, in questo quarto disco assume una veste più gonfia ed iperbolica in cui un numero impressionante di aggiustamenti sintetici e contaminazioni si scambiano il testimone donando ora impatto, ora melodia; ora durezza industriale, ora morbidezza sinfonica. La causa di “cotanta” apertura va ricercata in un arricchimento del bacino di influenze dei nostri che, oltre ai sempre presenti Kovenant, ora riesce a toccare, con una compatezza ed una classe non comuni, anche sonorità nuove come l’incedere beffardo del primo Manson, la completezza stilistica degli Arcturus e l’impronta nera dei Death SS. Il risultato è un calderone tanto fascinoso, quanto emotivo e coinvolgente. Un sopraffino saggio di personalità in cui, al merito di un quadro complessivo tanto lodevole, non può non essere accompagnata una citazione per lo spirito di gruppo che accompagna, quanto meno a livello sonoro, la band. Gli Ensoph mostrano un’orchestralità innata nel concepire, allo stesso tempo, coesione di gruppo ed audaci individualismi. Tra sintetizzatori dal sapore apocalittico, loops elettronici, il fantastico eclettismo vocale di N-Ikonoclast, una ritmica sempre dinamica ed ossessiva ogni piccolo elemento trova il suo spazio per esprimersi e toccare l’apice in maniera equilibrata tra i complessi arrangiamenti forniti dalla band. Una band capace di restituire un lavoro ricco di mordente e personalità come pochi altri, meritevole quanto meno di attenzione ed un’opportunità d’ascolto che non tradirà attese ed aspettative. Completi e sottili.

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