“Ebola”. Dietro questo inquietante e ilare nome si nasconde una nuova realtà hardcore italiana. Trattasi non proprio di demo bensì di una vera e propria anteprima di quello che sarà il nuovo nonchè primo, full length. Il nome non è granchè (magari avrebbero potuto chiamarsi epatite o morbillo), la copertina è anonima… queste le mie prime impressioni. Per fortuna di tutt’altro genere è la qualità dei due (solo due?!? Aarghhhh!) brani qui proposti. Purtroppo, metto subito le carte in chiaro, due soli brani, peraltro prodotti male, non possono permettermi di dare un giudizio approfondito, sia che esso sia negativo o positivo. Certo è con questo breve disco che gli Ebola hanno ottenuto un contratto discografico quindi ci sarà pure un motivo!. Di attitudine hardcore ce n’è a volontà….basti ascoltare “Dimenticare”; musica violenta, marcia e rabbiosa come non mai accompagnata da un cantato/urlato carico di odio verso tutto e tutti. Ma quello di cui mi preme parlare è il secondo brano, “Ancora steso a terra”. Colpisce al primo ascolto perchè tenta di uscire dagli schemi. Ha un sapore malinconico, velatamente dark, con il suo inizio in crescendo accompagnato da un’arpeggio soffice e oscuro.E sarà proprio l’alternarsi di questo lato più intimista e malinconico a quello più rumoroso (spesso trasformato in vera e propria cacofonia dalla produzione infima) a colpire in positivo l’ascoltatore. In poche parole gli “Ebola” sono una creatura alquanto strana. Riescono a piacere e, allo stesso tempo, ad essere indigesti…. ma non lasciano nell’indifferenza. Ci vediamo all’album!