Il nuovo album dei Disarmonia Mundi arriva a tre anni di distanza dal suo predecessore e segna un parziale nuovo corso nella storia della band di Avigliana (To). Innanzitutto l’ospite fisso Bjorn “Speed” Strid (Soilwork, Coldseed, Terror 2000) è stato chiamato in causa solo in alcune parti e, di conseguenza, il suo contributo si è fatto più limitato e questo ha permesso al duo di scrollarsi un minimo di dosso i paragoni ingombranti coi ben più rinomati Soilwork. In secondo luogo è palese l’utilizzo più capillare, soprattutto nelle intro di vari pezzi, dell’elettronica che dona un flavour abbastanza nuovo alle composizioni. Ok, enunciati i pregi, via con i difetti: il sound di “The Isolation Game” si è fatto molto più melodico rispetto a quello di “Mind Tricks” e “Fragments Of D-Generation”, ovvero i suoi diretti predecessori ed i due album ad esso più accostabili (“Nebularium” è molto diverso da questi e figlio di una band vera e propria, quindi non è paragonabile alle uscite successive). Questo può essere visto sia come un difetto che come un pregio, dipende da cosa vi aspettate dai Disarmonia Mundi. Ma la cosa più evidente è che, forse, stavolta i due ragazzi si sono fatti prendere un po’ troppo la mano con le sovraincisioni, facendo risultare alcuni momenti troppo ricchi di particolari e stratificati all’inverosimile, tanto da renderli perfino confusi. Questa scelta si ripercuote soprattutto nei ritornelli, dove spesso si ritrovano batteria, basso, due chitarre ritmiche, due soliste e almeno 3 voci che si dimenano tra cori e controcanti.
Insomma, “The Isolation Game” è una via di mezzo tra il passato ed il futuro. Enfatizzando molti trademark del proprio sound, i Disarmonia Mundi hanno forse esagerato un po’, ma sono convinto che ai fan di questa band non dispiaceranno affatto i nuovi brani. Per quanto riguarda conquistare nuovi supporter, questo risulterà forse più facile che in passato, avendo reso la propria proposta un po’ più accessibile grazie a stacchi quasi metalcore. Direi che, in sostanza, si può tranquillamente parlare di disco di transizione. Staremo a vedere che direzione prenderanno i Nostri con le prossime uscite.

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