Quarto album su lunga durata per i nostrani Derdian. Per chi ancora non li conoscesse, solida band symphonic metal à-la Rhapsody.
La prima vera novità del disco, che balza subito all’orecchio, è l’avvicendamento dietro al microfono: via il vecchio cantante Joe Caggianelli, sostituito da Ivan Giannini. E devo dire, una scelta azzeccata. Pur non essendo un mostro di tecnica e potenza, Giannini si fa notare per un buon timbro, sufficientemente personale, e per una versatilità maggiore rispetto al precedente cantante.
Conclusa la saga di “New Era”, i Derdian ci propongono questo nuovo “Limbo”, interamente autoprodotto. Benché non vi siano sostanziali differenze stilistiche rispetto al sound consolidato della band, “Limbo” è sicuramente l’episodio migliore della discografia dei nostri.
Vuoi per l’esperienza maturata nel corso di anni di carriera, vuoi per il cambio di cantante che sicuramente ha portato nuova energia in seno al combo lombardo, la band si esprime alla grande lungo tutte le tracce dell’album. Se per forza di cose il paragone coi ‘padri’ Rhapsody (o Rhapsody Of Fire, che dir si voglia) torna sempre a galla, i Derdian sono comunque in grado di personalizzare il loro suono, puntando maggiormente sull’impatto e su una certa immediatezza dei brani; difatti, anche se i pezzi sono tutti piuttosto lunghi e articolati, i cori e le melodie partorite dal gruppo riescono a coinvolgere appieno l’ascoltatore. La genuinità, unita all’evidente passione per il genere proposto, è l’arma vincente dei Derdian. Cori bombastici che si fanno cantare fin da subito, supportati da buone melodie e da un’ottima prestazione strumentale.
Tutti i brani di “Limbo” si mantengono su alti livelli. Ho apprezzato in particolare la melodia e la ricercatezza di Heal My Soul, grazie anche ad un buon lavoro delle chitarre. Davvero bello il coro di Kingdom Of Your Heart, song d’impatto da manuale del power.
La titletrack è sicuramente il brano più particolare dell’album che incorpora nel sound dei nostri elementi più progressivi, esaltati dall’ottima prestazione dei musicisti. Da notare anche l’inserimento di vocals più aggressive.
Ma “Limbo” non ha cali di tensione e si rivela un album davvero ben concepito e realizzato. Ascolto obbligato per tutti gli amanti del genere e del buon metal in generale.

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