In occasione dell’uscita del nuovo album “The Art of Dying”, il primo dopo ben 14 anni di silenzio, Heavy-Metal.it ha avuto la possibilità di intervistare nientemeno che i Death Angel, la leggendaria thrash metal band della bay area, riformatasi nel 2001 trasformando quella che doveva essere una esibizione isolata in occasione del Thrash of the Titans in una autentica reunion a tutti gli effetti.
Del loro ritorno sulle scene, del nuovo disco e di molto altro ancora ho avuto il piacere di parlare, nella cornice di un lussuoso hotel nel centro di Milano, con il cantante Mark Osegueda ed il chitarrista Rob Cavestany, rivelatisi fra l’altro due “pazzoidi” veramente simpatici e disponibili.
Buona lettura!

Negli ultimi tempi vi sono state numerose reunion di gruppi storici del thrash come Exodus, Heathen, Nuclear Assault, giusto per citarne alcuni. Secondo te a cosa è dovuto questo fenomeno?
Rob: Secondo me i fattori sono principalmente due. Da un lato, moltissime nuove band metal come che so, Darkane, In Flames o The Haunted prendono molto dal vecchio thrash e lo rielaborano con un proprio stile: nelle interviste ecc. poi vanno sempre a citare i vari gruppi thrash della prima ora come propri ispiratori, e questo incuriosisce i loro fan, specie i più giovani, portandoli a riscoprire i “vecchi” gruppi… ed ora finalmente hanno anche la possibilità di vedere alcune di quelle band dal vivo!
L’altro fattore, che è stato senz’altro fondamentale per “rimettere insieme” molti gruppi, è stato il Thrash of the Titans, lo show tenuto a San Francisco.. grazie al quale le varie band hanno potuto riassaporare cosa significhi suonare davanti ad un pubblico del genere, quanto sia esaltante e gratificante suonare per un pubblico “vero” come quello metal…

..eh, non me lo dire! Avrei tanto voluto esserci anche io, quel giorno! Non ci fosse stato un oceano di mezzo.. (risate) Beh, la domanda ora è d’obbligo: che sensazione si prova a salire sul palco e scoprire che, anche dopo tanti anni, il pubblico non vi ha affatto dimenticato?
Mark: Wow, man! E’ stato assolutamente incredibile!!! La risposta del pubblico è stata eccezionale, la gente cantava a squarciagola, si scatenava, e sorrideva!!
Davvero, è stato qualcosa di meraviglioso, esaltante!

I Death Angel sono di nuovo insieme, ma uno dei membri originali manca all’appello: per quale motivo Gus (Pepa, secondo chitarrista, ndr) ha deciso di lasciare la band?
Rob: In realtà non è che ha “lasciato”…
Mark: ..già, diciamo piuttosto che “non è tornato”! Ha semplicemente deciso che non gli interessava più suonare in una band, che la cosa non faceva per lui.. ci è dispiaciuto, ma comunque rispettiamo la sua decisione, è un caro amico e gli auguriamo ogni bene per il futuro.

E’ cambiato qualcosa all’interno della band, con l’ingresso di Ted (Aguilar, nuovo chitarrista ritmico, ndr)?
Rob: Più che un cambiamento diciamo che ha portato senz’altro una ventata di freschezza. Ted è sempre stato un grande fan dei Death Angel, e lo conosciamo fin dai primi tempi: lui però non ha alle spalle tutte le esperienze che noi abbiamo avuto in questi anni col gruppo, ed inoltre i Death Angel sono sicuramente la band più importante con la quale abbia mai suonato. Per questo riesce a portare una nuova vena di entusiasmo nel gruppo.. and it reeeeally kicks ass!! (risate)

Finora abbiamo parlato della reunion, ora invece vorrei tornare brevemente indietro nel tempo e chiarire in qualche modo i motivi dello scioglimento, nel 1990.
Fino a poco tempo fa avevo sempre pensato che la cosa fosse dovuta ai “soliti” problemi con la casa discografica o a cose del genere: solo recentemente però ho scoperto dell’incidente che avete avuto in Arizona con il tour bus, incidente in cui Andy (Galeon, batterista, ndr) rimase gravemente infortunato..

Rob: Tutto è iniziato in quel momento. Andy rimase seriamente infortunato nell’incidente ed ovviamente non poteva più suonare.. Ci ritrovammo così senza batterista e con un lungo periodo di inattività forzata, dato che Andy aveva bisogno di parecchio tempo per ristabilirsi.
Per noi fu anche uno shock, in quel periodo pensavamo solo alla musica e di colpo ci siamo ritrovati in una autentica situazione di vita o di morte, infatti l’incidente poteva avere conseguenze ben peggiori.. inoltre noi siamo cugini, siamo una famiglia, ed è stato veramente un momento drammatico.
Il nostro management e la nostra etichetta, che avrebbero dovuto supportarci, ci hanno invitati a trovare in fretta un sostituto, anche temporaneo, per andare avanti lo stesso… ma noi non abbiamo neppure preso in considerazione l’idea.
Era un periodo veramente negativo, ed alla fine ci siamo ritrovati a separarci dall’etichetta e dal management..
Mark: ..nonché dal cantante.. (risate)
Rob: ..esattamente (lanciando un’occhiataccia divertita a Mark).. ad ogni modo a quel punto ci rendemmo conto che non stavamo più portando avanti la cosa per il motivo giusto.. e decidemmo di smettere..
Mark: ..fino a che..???

..fino al Thrash of the Titans!
Mark: ..yeah! Che peraltro fu anche un grande momento, in tutti i sensi. Decisamente una occasione migliore non poteva presentarsi..

E in seguito venne l’idea di un nuovo disco..
Mark: Esatto, anche se l’idea non venne subito, ma solo dopo un certo periodo…

..i nuovi pezzi quindi sono stati tutti scritti dopo la reunion, oppure c’è anche del materiale scritto precedentemente?
Mark: Tutto materiale nuovo! A proposito, hai ascoltato il disco?

Yes! Mi è stato consegnato soltanto ieri, ma ho potuto comunque ascoltarlo un po’ di volte: se devo essere onesto, prima di mettere il cd nel lettore ero un po’ preoccupato.. sai com’è.. ma dopo le prime tre canzoni mi sono ritrovato a fare headbanging e a saltare in giro per la stanza! (risate) Al che ho pensato “Man, they’re back!”
Entrambi: Yeeeah!!!! (risate) Siamo felicissimi di sentirlo dire!!

La prima cosa che ho notato è stata la produzione. Il disco è ben prodotto ma non “iper-prodotto”, cosa piuttosto rara di questi tempi, inoltre mi è piaciuta molto la scelta dei suoni: ad esempio il nuovo Exodus, pur rimanendo un disco eccezionale, ha una produzione forse un po’ troppo “pulitina”…
Mark: Grande! Sono contento che ti sia piaciuta, e ti posso dire che è stata una scelta voluta e pienamente consapevole. Desideravamo esattamente un suono del genere, ed abbiamo del tutto evitato ogni tipo di chitarroni, “phat beats” (facendo una faccia) e roba simile..

Parlando sempre di produzione, per Act III avete lavorato con Max Norman, che è uno dei miei produttori preferiti in assoluto e ha lavorato con un sacco di grandi gruppi, da Ozzy Osbourne ai Lynch Mob, dai Loudness ai Megadeth.. beh, come è stato lavorare con lui??
Mark: Ah, è anche uno dei nostri produttori preferiti! Averlo al mixer è stato fantastico, prima di allora non avevamo mai lavorato con un produttore di quel calibro, ed è stata sicuramente una esperienza importantissima.
Lui aveva una esperienza immensa in studio, sapeva esattamente cosa fare e come farlo, ed alla fine è proprio quella la cosa più importante per un produttore, saper portare esperienza e metterla al servizio del risultato. Inoltre con lui non ci sono mai stati problemi..

..stavo infatti per chiedertelo, dato che capita spessissimo di sentire storie di band che si ritrovano a dover lavorare con un produttore che ha una determinata idea, mentre la band magari ne ha un’altra opposta..
Mark: ..si, purtroppo è vero, ed è decisamente il modo sbagliato di impostare una relazione lavorativa.. con Max invece non c’è mai stato alcun problema, anzi credo che grazie a lui siamo riusciti a raggiungere livelli che neanche noi pensavamo di potere raggiungere. E’ stato grandioso!
Rob: Oltretutto è stato produttore per il mio chitarrista preferito di sempre, cioè Randy Rhoads..
Mark: Infatti non appena abbiamo visto il suo nome sulla lista delle opzioni abbiamo subito detto “LUI, LUI!!” (risate)

Torniamo ora a tuono sul nuovo disco: come dicevo il promo mi è arrivato soltanto ieri, quindi non ho avuto materialmente il tempo di ascoltare per bene i testi.. cosa mi potete dire a riguardo? E in quanto al songwriting?
Rob: Beh, diciamo anzitutto che abbiamo cercato di dare una impronta molto dinamica all’album, anche disponendo le canzoni in una determinata sequenza. Per il resto, l’album è stato veramente frutto del lavoro di tutti, Andy, Dennis.. quindi tutti hanno scritto della musica e dei testi, e tutti hanno dato il loro contributo sul nuovo disco.
Come direzione musicale, siamo molto soddisfatti del risultato perché credo che siamo riusciti a mantenere invariato il nostro marchio di fabbrica, il nostro sound caratteristico.
Ti dirò di più, nel corso degli anni abbiamo sempre goduto di un certo rispetto dei fan e degli appassionati, dato che abbiamo fatto uscire tre album buoni, e poi siamo scomparsi. Ora l’ultima cosa che volevamo fare era “imbastardire” il nome con un disco che suonasse magari alla moda o..”nu”, “nu metal”..
Mark: Urrgh… (risate)

Prima abbiamo parlato del contributo a 360° di tutti i membri sul nuovo disco.. a questo proposito, chi canta su “Spirit”??
Mark: E’ Andy! Andy ha scritto il testo, la musica, e canta anche. Su “Land of Blood” invece è Dennis a cantare, ed ovviamente poi la voce sull’ultima traccia è quella di Rob.

Più o meno a metà dell’album vi sono due tracce che risultano un po’ diverse dal resto del disco, risultando decisamente più dirette, con ritmiche meno complesse e più sul mid-tempo: mi riferisco a “The Devil Incarnate” e “Famine”.. che mi dite di queste due canzoni?
Rob: Si, vero. Diciamo che sono una delle facce del nostro sound. Come sempre abbiamo cercato di rendere piuttosto vario il nostro disco, non affidandoci esclusivamente a pezzi veloci ed aggressivi, ma anche a pezzi più lenti e pesanti, che ci piacciono allo stesso modo.
Inoltre “Famine” ha avuto una genesi diversa da tutte le altre canzoni del disco: l’abbiamo scritta praticamente improvvisando durante un soundcheck dell’ultimo tour, ci siamo ritrovati tutti sul palco e una parte dopo l’altra è uscita spontaneamente fuori questa canzone!

A proposito di concerti.. l’ultima volta che avete suonato a Milano, è stato mi pare due o tre giorni dopo che gli Overkill avevano suonato nello stesso locale, e nonostante questi ultimi siano uno dei miei gruppi preferiti nonché una live band micidiale, il vostro show, e non lo dico perché sono qui (risate), è stato addirittura migliore.. insomma, qual è il segreto di show tanto esaltanti?
Mark: (ride).. beh, che dire.. soprattutto onestà, perché più dài al pubblico, maggiore è il calore che esso ti restituisce, e quindi maggiore anche l’adrenalina e la voglia di dare il meglio di te sul palco..
Inoltre ti dirò, siamo stati per lungo tempo inattivi come Death Angel, ma ora siamo di nuovo insieme.. ed ora riusciamo ad apprezzare ogni singolo momento, sia che si tratti di fare un’intervista come questa, oppure di essere su un palco davanti ad una folla..

..e fra l’altro decisamente si nota e si sente, quando la band stessa si diverte a suonare..
Rob: ..yeah. Fra noi poi c’è un’alchimia particolare, e quando siamo sul palco ci intendiamo all’istante.. credo anch’io poi che la lunga pausa ci abbia fatto capire quanto sia prezioso il far parte di questa band, quanto siamo fortunati a trovarci nella nostra situazione.. ora perciò ci concentriamo al 100% sulla band, non solo musicalmente ma anche riguardo a tutto ciò che vi sta attorno.
Credo che questi siano alcuni dei motivi che ci consentono di salire su un palco.. e dare tutto ciò che abbiamo!!

Ora che i Death Angel sono di nuovo attivi, c’è la possibilità che i primi tre dischi della band vengano ristampati? Lo chiedo perché ora come ora non è facilissimo reperirli, se non usati e con un po’ di fortuna..
Rob: Si, ristamperemo “The Ultra-Violence” e “Frolic Through the Park”: usciranno verso la fine dell’anno ed entrambi conterranno delle bonus track.
Inoltre pubblicheremo un terzo cd completamente diverso, che conterrà b-side, demo e canzoni che non abbiamo mai pubblicato sugli album, per un totale di undici pezzi. Infine uscirà anche un box-set, che conterrà i tre suddetti cd più un dvd con i videoclip di quel periodo e diversi altri filmati bonus dell’epoca, tutto materiale inedito!

Stavo giusto per farti io una domanda sui video.. giusto qualche tempo fa ho rivisto su una vecchia videocassetta dell’headbangers’s ball il video di “Voracious Souls”..
Rob: Yeah man! Quel video è una figata, il primo che abbiamo mai fatto, ci siamo noi che suoniamo dal vivo.. le registrazioni vengono da un concerto che tenemmo in un club famoso nella scena di quegli anni, il “The Stone”, che era poi il nostro club “principale”, dove suonavamo più spesso… era il periodo in cui il thrash stava proprio esplodendo, e nel video si vede proprio il pubblico che si scatena, era una cosa pazzesca, fuori controllo!

Ora una domanda più particolare, che mi ha suggerito un collega (il buon Vincio, ndr) mentre stavamo chiacchierando una sera: l’età d’oro del thrash è coincisa, bene o male, con un momento storico di grandi tensioni, sia sociali che politiche…… ed ora, che ci troviamo di nuovo a vivere in un periodo difficile e teso, il thrash sta ritornando….
potrebbe esserci un collegamento, fra le due cose ?

Mark: Hmmm. Sicuramente. Può esserci un legame, decisamente. Credo che quando la gente ha la sensazione che la propria opinione non conti nulla, quello che vuole fare è correre fuori e “farsi sentire”. E questa musica è così potente, coinvolgente… fare parte di una scena come quella thrash, sia che tu sia musicista o ascoltatore, è un grande sfogo, un grande mezzo per fare sentire la tua voce.

Anche a livello di testi, poi, la scena thrash è una delle più significative..
Mark: Assolutamente..

..uh, vedo che mi fanno gesti, stiamo per finire il tempo a disposizione (sforeremo comunque chiacchierando per quasi 10 minuti a registratore spento, eheh! Ndr).. ok, ultime domande: nuovo disco e quindi nuovo tour, immagino!
Mark: Certamente! Anticipo la tua domanda e ti dico subito che, senza alcun dubbio, verremo anche in Italia: gli ultimi concerti qui sono stati eccezionali!

Suonerete anche al Bang Your Head, ho visto..
Rob: Si, faremo da headliner al warm-up show e suoneremo poi anche nel festival vero e proprio. Inoltre suoneremo al Graspop Festival…
Mark: Lo stesso giorno dei Judas Priest!
Rob: ..yeah.. e poi Wacken, With Full Force, il Tuska Festival in Finlandia… and more to come! Un sacco di festival Europei quest’estate!

A proposito.. giusto un paio di giorni fa stavo leggendo un’intervista che Charlie Benante degli Anthrax ha rilasciato ad un magazine australiano: nell’articolo Benante ha dichiarato che, al contrario dell’Europa dove gode tuttora di buona salute, “Il metal negli U.S.A. è morto!”.
Siete d’accordo con questa affermazione? Se si, per quale motivo pensate che in Europa le cose siano andate diversamente?

Mark: Hm. Bella domanda. Credo che, in un certo senso, ciò che accade negli altri pesi accada molto più rapidamente negli Stati Uniti. Personalmente ti posso dire che la gente negli States è enormemente influenzata dalla televisione, davvero. E le mode, quando si parla di “cultura popolare”, negli Stati Uniti sono letteralmente _dettate_ dalla televisione. Il discorso non vale per tutti, ovviamente, lungi da me generalizzare in tal modo, ma comunque per la grande maggioranza della gente è davvero così..
Rob: “Short attention span”. E la gente è portata sempre più a farsi convincere e a lasciarsi guidare da quello che gli viene proposto al momento. In Europa invece è profondamente diverso: per quello che ho potuto notare, i fan e gli appassionati di musica tendono a scegliere più autonomamente ciò che vogliono ascoltare, ed in generale sono molto più “fedeli”, più convinti dei propri gusti e meno portati a lasciarsi condizionare dalle tendenze passeggere..
Ovviamente sto generalizzando molto, ed in entrambe le situazioni vi sono eccezioni, l’impressione generale comunque è questa..

Credo che uno dei primi e più lampanti esempi del potere esagerato che la tv e i mass media hanno acquisito sulla musica si sia avuto nei primi anni novanta: non riesco a concepire come un genere possa collassare in quel modo nel giro di due o tre anni. Voglio dire, non è una cosa normale: un genere musicale ha una sua nascita, una sua vita e magari anche una sua morte, ma di certo in un periodo molto più lungo! Non credi? Invece allora la gran parte dei gruppi hard rock e metal sono stati improvvisamente scaricati dalle etichette, i video hanno smesso di passare in tv, e via dicendo..
Rob: Verissimo, verissimo.. un gran numero di band sono state letteralmente abbandonate dalle etichette, le attività di promozione annullate.. e il tutto è accaduto in un attimo…

E come diceva Mark, le cose accadono molto più in fretta: le giovani band non hanno più il tempo di crescere, specie con le major “o fai centro al primo colpo, o sei fuori”..
Rob: E’ vero anche questo. Le cose ora vanno in un modo molto diverso rispetto a quindici o venti anni fa, e devo dire che è una cosa molto triste vedere che le nuove band non riescono a crescere e ad avere longevità.
Le major discografiche danno la netta impressione di non stare dietro ai gruppi, di non supportarli. Quello che gli interessa sono solo i soldi, e soprattutto li vogliono _subito_.

Domanda campata per aria: doveste trovarvi oggi come diciottenni che mettono in piedi una band.. rifareste tutto ciò che avete fatto?
Rob: Heh! Difficile a dirsi! Certo è che faremmo esattamente..
Mark e Rob insieme: ..le stesse cose!! (risate)
Rob: Comunque sia, iniziando oggi credo proprio che non riusciremmo a diventare ciò che siamo ora, proprio a causa della situazione odierna. Siamo stati fortunati ad esserci quando il gioco era ancora giocabile.. sono sinceramente amareggiato pensando alle nuove band, specie quelle che nascono negli States, perché per loro è davvero dura. L’industria discografica è cambiata, ed è molto meno “amichevole” nei confronti dei giovani..

..e spesso non sono nemmeno gli stessi di prima, i volti nell’industria discografica..
Rob: ..gente differente, e con un modo diverso di vedere le cose.
Per come stanno le cose oggi, se cerchi di suonare quello che più ti piace, di essere onesto prima di tutto verso te stesso e suonare quello che piace a te, la strada per il successo è durissima.
Ad ogni modo.. chi lo sa? Magari il prossimo mese potrebbe cambiare tutto di nuovo.. e quindi ti dico, secondo me l’unica cosa da fare è continuare ad andare per la propria strada e soprattutto impegnarsi al massimo. Bisogna lavorare duro, questo è certo.

Vedo espressioni sempre più eloquenti, direi che è proprio ora di chiudere (risate).. vi ringrazio davvero per la disponibilità, è stato un piacere parlare con voi!
Mark Grazie a te! ..ci vediamo a Balingen!!!

A proposito dell'autore

Post correlati