Presentati dalla propria etichetta come la band più intrigante della scena dark polacca, i Cemetery Of Scream non disilludono le attese con questo nuovo capitolo (il quinto della serie) “The Event Horizon”, il primo su Metal Mind dopo le quattro ristampe curate dalla stessa label europea.
La compagine di Marcin Piwowarczyk, chitarrista ed unico superstite della line-up originale, vola dunque verso i quindici anni di carriera con la pubblicazione di un album decisamente maturo ed ispirato, prodotto in maniera impeccabile e caratterizzato da un approccio musicale decisamente più melodico se paragonato al precedente “Prelude To A Sentimental Journey”. Nuovi punti di riferimento per la band sicuramente i Paradise Lost (“Icon” e molte delle ultime produzioni del gruppo inglese) ma anche Katatonia (ultimo periodo) e Tiamat, insomma i maggiori rappresentanti del movimento gothic/dark di estrazione metal. Un modo di concepire e valorizzare il concetto di melodia che rispecchia, in parte, un cambiamento più generalizzato e profondo, sempre oscuro e malinconico ma decisamente più easy ed abbordabile. Tra i risultati, assolutamente notevoli, di questa “svolta” alcuni episodi da manuale come l’iniziale “Prophet” o le ancora più interessanti e fascinose “Komatrance” e “On The Border”, vero punto cardine di quest’opera e sublime commistione di eleganza e melanconia. Un acme compositivo che difficilmente viene sfiorato nel proseguo del disco e che getta nuova luce sull’operato di una band piuttosto misconosciuta dalle nostre parti.
Trascinati dall’evocativa e profonda voce del nuovo arrivato Kluczewski, i Cemetery Of Screams difficilmente sbagliano un colpo (forse qualcosa sul finale) in questo “The Event Horizon”, confezionando un album in perfetta sintonia con le ultime produzioni di richiamo del settore.

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