Nuova raccolta di ballate per Axel Rudi Pell: siamo arrivati ormai al quarto episodio. Il dischetto in questione presenta brani già pubblicati nel recente passato discografico del biondo chitarrista, più tre inediti, posti in apertura.
L’opener Where The Wild Waters Flow, che di fatto risulta l’unica vera novità del disco, è un lento zuccheroso e piacevole. Molto ariosa, con tastiere soffici a far da supporto alla bella voce di Johnny Gioeli. Gli altri due inediti sono due cover. La celeberrima Holy Diver a mio avviso non rende giustizia all’immortale classico di Dio. Pur essendo piacevole nella sua versione “soft”, alla fine risulta sin troppo stucchevole, tanto da sembrare una canzone qualsiasi. Decisamente meglio il classico di Leonar Cohen, Hallelujah, con la voce di Gioeli protagonista, così come il bell’assolo di Axel, che si sposa alla perfezione con le note calde del pezzo.
Come detto precedentemente, il resto dei brani fa parte della produzione più o meno recente della Axel Rudi Pell Band, compreso il disco di cover “Diamonds Unlocked”.
Le ballate di questa raccolta, prese singolarmente, sono tutte (o quasi) belle canzoni, che di sicuro non sfigurano nei loro album di origine. È altresì da sottolineare una prestazione assolutamente impeccabile da parte di tutti i musicisti coinvolti. È altrettanto lecito però chiedersi che effetto facciano tutti questi lenti assieme in un’unica raccolta.
Chi ha già potuto ascoltare le precedente edizioni di “The Ballads” sa a cosa si va in contro. Personalmente preferisco ascoltare una buona ballad (o più) nel contesto di un disco vario, di suoni, di ritmi e di umori. Di conseguenza l’idea di “The Ballads” (in questa, come nelle precedenti edizioni) non mi sembra azzeccatissima… C’è il rischio di non cogliere le sfumature di queste song a causa di uno stile un po’ troppo omogeneo, che perdura per la durata di tutto il disco.
A parte per i die hard fans di Axel, che vogliono avere tutto quello che è firmato dal proprio beniamino, “The Ballads IV” risulta un disco evitabile, forse giusto adatto ad un ascolto disimpegnato, magari in una serata d’inverno davanti al caminetto, come sembra suggerire l’artwork del disco. Per chi non conoscesse ancora Axel Rudi Pell, il consiglio è quello di procurarsi uno dei suoi album di inediti, anche con la (ormai non più) recente formazione, in modo da ascoltare la band all’opera su brani dinamici, rockeggianti, vari, oltre che contornati da ottime ballad come queste.